PIEMONTE-SAVOIA, STATO INDIPENDENTE NELL’EUROPA CRISTIANA

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Nell’ambito dello Stato italiano oggi esiste un ente amministrativo che si chiama “Regione Piemonte”: una sorta di grande ASL che si limita ad applicare direttive e leggi imposte da Roma, a riscuotere parte delle imposte e a giocare alla politica.

La sua autonomia decisionale è totalmente inesistente, se non in materie residuali. Non ha potestà legislative e amministrative autonome, non può far rispettare le proprie leggi, non dispone di forze dell’ordine; praticamente  non ha competenze e quelle poche che ha non contano nulla, deve sempre sottomettersi al benestare dello Stato italiano. Non possiede nemmeno le strade che portano ai confini. Questo Ente è amministrato da esponenti che sono espressione di partiti non piemontesi. Oggi il Piemonte è parzialmente identificabile (seppur molto alla lontana) con questo ente.

Il nostro Stato in Europa al termine della La guerra di successione austriaca (trattato di Aquisgrana, 1748) [Wikipedia|War of the Austrian Succession]
Il Piemonte “vero” è invece altra cosa. È una delle regioni degli Stati di Savoia (États de Savoie), Stato europeo indipendente fino al 1861. Per semplicità lo si definisce soltanto «Piemonte»; è tuttavia più corretto chiamare questa nazione con il nome di Piemonte-Savoia (o Savoia-Piemonte) o, ancora meglio, Stati di Savoia, comprendendo in questa accezione il territorio storico che raggiunse l’unità politica con la pace di Aquisgrana/Aachen/Aix-la-Chapelle (1748), in seguito alla storica vittoria piemontese al colle dell’Assietta (1747). Gli Stati di Savoia di terraferma, appunto, così come si presentarono alle armate francesi rivoluzionarie nel 1796, la cui invasione interruppe violentemente la nostra storia.

Gli Stati di Savoia ricomprendono, pertanto, oltre a Savoia, Piemonte e Nizza, Oneglia, Dolceacqua, la Valle d’Aosta, e si estendono a est fino al Ticino, comprendendo la Lomellina e l’Oltrepò, e a Sud-Est fino a Bobbio.
 
Per capire la personalità degli Stati di Savoia è necessario non perdere mai di vista la loro posizione geografica e la conseguente collocazione politica che si trovarono a ricoprire, anche loro malgrado, nel corso dei secoli. Crocevia dell’Europa occidentale, centrale e meridionale, un tempo Savoya dominò le più importanti vie di comunicazione del continente. Si trovò ad essere Paese cattolico ai confini del mondo riformato, Paese monarchico pressato da regimi repubblicani o rivoluzionari, piccolo Paese circondato da potenze ansiose di impadronirsi delle sue terre fertili, delle sue brillanti attività, delle sue poderose fortezze.

Guardia dei passi alpini e porta verso la ricca pianura padana, passaggio obbligato per tutti gli eserciti, si è dovuto barcamenare lungo tutta la sua storia fra le diverse alleanze, con aspirazioni che potevano andare da una neutralità forse impossibile all’ambizione di un’espansione spesso inevitabile per evitare di essere fagocitato da qualcuno dei suoi invadenti vicini.

Impossibile esprimere giudizi storici a prescindere dalla sua collocazione geografica e soltanto la malafede o l’ignoranza può cercare di sminuirne l’importanza strategica che ha sempre occupato sullo scacchiere europeo. Questa scomoda posizione centrale lo ha sovente trasformato nel campo di battaglia di eserciti contrapposti e lo ha esposto a continue invasioni.

Tanti, praticamente tutti, hanno speculato sul carattere transalpino-cisalpino del Paese, stabilendo le frontiere amministrative del 1860 quale paradigma per tutta la storia. Le Alpi sono state strumentalmente considerate “confine naturale” e, di conseguenza, sono stati definiti Francia e Italia i due versanti, estendendone il significato in modo arbitrario a tutti i secoli precedenti come all’ipotesi di quelli futuri.
Non è vero, non è affatto una regola che le montagne dividano i popoli; in Piemonte, dove le montagne sono le più alte d’Europa, sono stati contrafforte naturale – specie nei mesi invernali – ma mai confine. Anche oggi su entrambi i versanti si parla la stessa lingua.

Il Paese di Piemonte-Savoia; in arancio gli attuali confini dell’ente Regione Piemonte.

A cavallo delle Alpi occidentali, stretto fra Francia e Italia (toponimi impropri che utilizziamo solo per chiarezza), c’è un altro Paese intermedio, per il quale i monti non sono mai stati limite, bensì spina dorsale.

La sua nascita politica, nel Medioevo, è da porre in relazione proprio con l’importanza, all’epoca, dei passi. Dai tempi di Carlo Magno le strade attraverso il Moncenisio e il Monte Giove (il Gran San Bernardo) erano le più importanti dell’Occidente medievale e, con quella del Brennero, indispensabili agli spostamenti imperiali. I signori di questo territorio, i conti di Savoia, erano detti gardiens des Alpes. Come rivela il loro nome, il casato è originario della regione chiamata Savoia, un casato talmente antico da identificarsi tout-court con il Paese. Il nome Savoia (Savòie, Savoué, Savoya, Savoye, Savòja) significa probabilmente terra dei larici, latinizzato in Sapaudia o Sabaudia (tèra dij sapin).

Nei secoli la piccola Savoia tentò di rafforzarsi espandendo il proprio dominio in ogni direzione: a est verso il versante cisalpino e la piana del Po, a nord oltre i laghi Léman e di Neuchâtel, a sud e a ovest verso la Provenza, oltre il Rodano e in cerca dello sbocco al mare.

Il suo spazio vitale fu all’interno del Sacro Romano Impero. Con Umberto I aux Blanches Mains, negli anni all’incirca compresi fra il 1024 e il 1045, la Savoia arrivò a ricomprendere la Contea di Aosta, il nord del Viennois, la Maurienne e il Marchesato di Torino con la Valsusa e le Valli di Lanzo. Alla sua morte (1048) il nucleo del Piemonte-Savoia era già formato.

Al di là delle Alpi c’era il Piemonte o, meglio, la Lombardia – così era chiamato tutto il territorio oltre lo spartiacque, l’antico dominio dei Longobardi. Un nome simile a Piemonte nacque probabilmente alla fine dell’epoca romana, surrogando il precedente Subalpina Gallia, ma è attestato – indicante la Contea di Torino, dalle Alpi Cozie al Tanaro e al Sangone – solo nel 1075 e nella sua forma latinizzata a posteriori ad pedem montium. Le vicende politiche e militari porteranno la Savoia ad ampliare i propri dominî proprio in Piemonte, e ben presto il nome verrà a identificare tutte le terre appartenenti alla corona sabauda.

 

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