Quando lo Stato italiano sciolse la “Famija Turinèisa”

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Quando lo Stato italiano scioglieva la “Famija Turinèisa”, che doveva tenersi “metodicamente lontana da ogni forma di gretto regionalismo”… […] Le parole con cui, annunziando al Capo del Governo lo scioglimento dell’Associazione, la presidenza ha voluto «celebrare nella Città iniziatrice l’intangibile unità della patria» e salutare con piemontese fedeltà in Benito Mussolini «il Duce provvidenziale della Nazione» (sic!)

LA STAMPA DELLA SERA – 27 Luglio 1932 – X

Dopo il monito del Duce Lo scioglimento della “Famija Turinèisa”.


La “Famija Turinèisa” comunica: “Ieri sera si è riunita l’assemblea del Consiglio di presidenza e dei soci fondatori della “Famija Turinèisa”. Il presidente Scipione Vagonetti ha fatto un’ampia e dettagliata relazione, che è stata approvata all’unanimità. Il vice-presidente dottor Carlo Antonio Avenati ha presentato il seguente ordine del giorno, che, proposto fin da lunedì mattina al Segretario Federale e membro del Direttorio Nazionale del P.N.F. Andrea Gastaldi aveva ottenuto la piena approvazione e il plauso del Gerarca. «Il Consiglio di Presidenza e i soci fondatori della “Famija Turinèisa” convocati il 26 luglio 1932-X, udite e approvate le dichiarazioni del Presidente comm. Scipione Vaschetti; ricordato che la “Famija”, tenendosi metodicamente lontana da ogni forma di gretto regionalismo, che a Torino – la città iniziatrice della Rivoluzione unitaria potentemente perfezionata dal Fascismo – sarebbe addirittura inconcepibile oltreché delittuoso ha assolto con dignità e laboriosità il suo programma; riaffermato lo schietto spirito fascista della “Famija”; riconosciuto che le organizzazioni del Regime hanno felicemente assorbito gran parte delle attività programmatiche della “Famija” stessa, deliberano: 1) Lo scioglimento della “Famija”; 2) il passaggio alle organizzazioni fasciste delle attività culturali dialettali, storiche, letterarie – (Istituto Fascista di cultura) e dette attività sportive (Opera Naz. Dopolavoro); 3) la consegna del gonfalone al Segretario Foderala del P. N. F. perché sia custodito nella Casa Littoria, cuore delta città. […] «ringraziano le Gerarchie e la stampa Cittadina per i preziosi appoggi morali dati all’Associazione; rivolgono un cordialissimo saluto ai soci ed alle loro famiglie ed uno particolarmente affettuoso e deferente ai soci d’Onore: […] sicuri interpreti dell’animo di tutti i torinesi il pensiero reverente, ammirato e fedelissimo a S. M. il Re e al magnanimo Duce, creatore del più grande avvenire della Patria.[…] «Prima di sciogliersi l’assemblea ha approvato, fra grandi acclamazioni al Re e al Duce, l’invio dei seguenti telegrammi a firma del presidente Scipione Vaschetti: […] « A Benito Mussolini, Capo del Governo – Roma. – “Famija Turinèisa” mentre delibera il proprio scioglimento e celebra netta città iniziatrice l’intangibile unità detta Patria, rivolge a Lei, Duce provvidenziale della Nazione, il più appassionato devoto e fedele saluto».
[…] L’o.d.g. presentato dal vice Presidente Avenati ed approvato all’unanimità, è infatti un atto di savia auto-critica ed insieme di limpida fede fascista. La “Famija” ha riconosciuto che nelle organizzazioni del Regime si ritrovano, perfezionati e potenziati, i campi dell’azione che si era proposta nell’interesse della città e si ritrovano i motivi ideali che presiedevano e legittimavano l’esistenza della “Famija” stessa. Le forze della disciolta “Famija”, anche numericamente imponenti (si pensi che, a tutt’oggi, nonostante la crisi che ha tanto assottigliate le file delle diverse associazioni, essa contava 8000/soci) non andranno perdute.
[…] Le parole con cui, annunziando al Capo del Governo lo scioglimento dell’Associazione, la presidenza ha voluto « celebrare nella Città iniziatrice l’intangibile unità della patria» e salutare con piemontese fedeltà in Benito Mussolini «il Duce provvidenziale della Nazione».

Postà ansima Facebook da Gioventura Piemontèisa ai 29.11.2010

Coment:

  • D.F.: “Unità intangibile della Patria”, “metodicamente lontana da ogni forma di gretto regionalismo”, “sicuri interpreti dell’animo di tutti i torinesi”… E’ incredibile come questo paese abbia la capacità di rimanere sempre e comunque così infidamente e perfidamente fedele a se stesso! I soma sempe ij midem e i-j soma torna!!! La Famija turinèisa ringrazia il duce per averla sciolta e anzi gli dice: “Duce mi hai anticipato, volevo già sciogliermi io da sola, visto che adesso ci sei tu, che sei come me, anzi meglio!”
  • Gioventura Piemontèisa: Vero, si potrebbe dire che l’Italia è ontologicamente “fascista”.
  • Gi.P.: Splendido documento. La dice lunga di come certe cose non cambiano mai. Altro che “ne abbiamo fatta di strada”… Qui forse l’abbiamo fatta, ma in retromarcia.
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