I Comuni in Piemonte sono il fondamento della nostra storia e della nostra identità, non sono latifondi delimitati da linee tracciate sulle mappe.
Piemontesi, attenti al voto!Gli italiani non capiscono la nostra cultura: da noi ogni paese ha almeno un castello perché ha una storia propria, che loro definiscono sbrigativamente “campanilismo”.
La cosiddetta «agenda Monti» prevede la fusione dei nostri Comuni.
Questo lavoro sporco, se non verrà obbligata la Regione ad incaricarsene, lo imporrà direttamente il governo centrale: “comprerà” sindaci e giunte ormai alla fame con la promessa di sgravi fiscali o mettendo loro contro i cittadini promettendo sconti sulle rapine legalizzate (IMU, etc.).
Un odioso colpo di spugna sulla nostra storia con il pretesto di “ridurre i costi”, un nuovo modo per far pagare ai Piemontesi gli sprechi italiani e per cancellarne sempre più l’identità.
Per loro noi siamo “folklore”: «Occorrerà, comunque, tutelare le forme identitarie dei luoghi (tradizioni, paesaggi, sagre, manifestazioni culturali, etc.)». La stessa “agenda Monti” propugna la cancellazione di ogni tipo di autonomia, mascherando l’operazione da «federalismo responsabile e solidale che non scada nel particolarismo e nel folclore». Ma ci rendiamo conto?
Metà dei Comuni piemontesi rischia di trasformarsi i paesoni senz’anima a causa di “razionalizzazioni” decise a tavolino a un migliaio di chilometri da qui.
Piemontesi, prendete coscienza. Come abbiamo già avuto modi di denunciare due anni fa è il Piemonte che si vuole colpire. Se vogliono risparmiare per le loro spese pazze partano con l’eliminare le loro inutili prefetture, le 28.000 guardie forestali della Sicilia (in Piemonte sono 404!), i paesi-fantasma nel meridione, le loro sei o sette mafie autoctone (manco in Kosovo esiste una criminalità del genere), eccetera, eccetera, eccetera. Non dalle nostre comunità storico-culturali.
Non cadiamo nelle trappole italiane come il Sindaco di Occhieppo Inferiore: affermare che «certe scelte è meglio anticiparle piuttosto che subirle» significa impiccarsi per evitare la condanna. Su la testa, smettiamola di calare le braghe!
E poi, quelli come il sindaco di Occhieppo, così proni e servili ai loro capibastone italiani, siano coerenti con sè stessi e «anticipino» certe scelte, dimettendosi e andandosene dal Piemonte. Di certi «Piemontesi» non sappiamo proprio che farcene.
P.S.: Pro-memoria per il Sindaco di Occhieppo Inferiore: sa chi ha accorpato Cossila e Chiavazza a Biella? Il DUCE.
09/01/2013