Si diffonde la protesta contro l'attacco alla lingua sarda dell'ANAS che vuole rimuovere i cartelli stradali di Pasada

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Posada (Nu), 18 mag. 2012 – (Adnkronos) – ”Quel cartello stradale dev’essere rimosso”. E’ quanto ha detto un capo cantoniere dell’Anas al sindaco di Posada (Nu), Roberto Tola, esponente del Partito sardo d’Azione, in merito al cartello stradale posizionato all’ingresso del paese della Baronia, sulla statale 125 Orientale sarda. Sul cartello la scritta ‘Pasada’, come si chiama il paese in lingua sarda.

”Due giorni fa – dice Tola all’Adnkronos – si e’ presentato da me in comune un dipendente dell’Anas intimandomi di levare il cartello che c’e’ all’ingresso del paese perche’ non e’ a norma. Gli ho risposto che avrei chiamato il responsabile dell’Anas di Sassari, il quale mi ha ribadito che il cartello, con la critta ‘Pasada’ era da togliere in quanto ci troviamo in Italia e che va rispettata la legge dello stato”, che impone l’uso della lingua italiana nella cartellonistica stradale.

”Il funzionario mi ha detto che eventualmente – prosegue Tola – il nome del paese, in sardo, su un cartello con sfondo marrone, come quelli da indicazione turistica. Come se il nome in sardo fosse qualcosa di folkloristico. L’assurdo e’ che l’Anas – spiega il sindaco – riconosce solo il nome del paese in italiano e i cartelli installati da loro”.

”Tutto cio’ nasce dal fatto – prosegue il sindaco – che, parrebbe, che ci sia un funzionario dell’Anas che sta facendo un giro nelle strade statali sarde per segnalare la segnaletica difforme alle norme. La cosa assurda – afferma Tola – e’ che esistono leggi statali e regionali che stabiliscono che i nomi, come le lingue, devono avere la stessa valenza e la stessa evidenza anche nella cartellonistica”.

Dal canto suo l’Anas di Sassari replica seccamente: e’ il codice della strada che impone la cartellonistica stradale in italiano. Ma Tola e’ deciso a tenere quel cartello all’ingresso del paese: ”Non lo faro’ rimuovere. Il nome del mio paese in lingua sarda – conclude il sindaco – rappresenta la mia identita’, mi fa sentire il paese piu’ ‘mio’ che non quello in italiano. Poi non mi piace questa imposizione dell’Anas, che e’ una societa’ dello Stato. Mi sembra un atto colonialistico e questa e’ la conferma”.

Su Comitadu pro sa limba sarda protesta ”vivamente per l’attacco alla lingua sarda da parte dell’Anas, l’ente gestore delle strade statali, che ha intimato al comune di Posada di togliere i cartelli stradali con la scritta ‘Pasada’ in quanto i cartelli posti sulle strade statali, recanti indicazioni non italiano sono fuori norma e suggerendo che il cartello venga sostituito con il toponimo del paese scritto su fondo marrone, come per le indicazioni turistiche”. Lo ha detto all’Adnkronos Mario Carboni, portavoce di Su Comitadu pro sa limba sarda (Comitato per la lingua sarda, ndr), in merito alla richiesta dell’Anas di Sassari al sindaco di Posada di rimuovere i due cartelli stradali sulla Ss 125 Orientale sarda, con il nome del paese in lingua sarda ‘Pasada’ invece che in italiano Posada.

Su Comitadu pro sa limba sarda e’ solidale col sindaco Roberto Tola che si e’ rifiutato di togliere o sostituire i cartelli col toponimo in lingua sarda ”e che ha considerato molto grave equiparare il toponimo scritto nella lingua della comunita’ ad un cartello turistico. E’ un ulteriore attacco ai diritti civili dei cittadini di Pasada, e – sottolinea Su comitadu pro sa limba sarda – di come sia parte di una piu’ complessa offensiva del colonialismo italiano contro i diritti civili collettivi di tutta la Nazione sarda che iniziando dai diritti linguistici e culturali, si rivolge contro quelli storici, economici, politici e istituzionali, chiedendo che vengano individuati e sanzionati i responsabili di questo atto discriminatorio e colonialistico”.

”La Sardegna e’ garantita dalla Costituzione, dalla sua legge d’attuazione, la 482/99, dalla legge regionale 26/97 e dai trattati internazionali come la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa e dalla Carta delle lingue europee, in quanto minoranza linguistica storica e – conclude Carboni – ha diritto alla toponomastica nella propria lingua, al suo insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado, all’uso pubblico e nei media con un bilinguismo perfetto pietra angolare di ogni processo di autodecisione nazionale”.

——Ecco dopo la nostra denuncia come l’agenzia di stampa ADNKRONOS riporta la notizia, si può ulteriormente osservare che :

L’ANAS dimentica di conoscere oltre al buon senso e leggi sulle tutele delle lingue minoritarie anche il codice della strada pretendendo la rimozione dei cartelli in lingua sarda o chiedendo che questi cartelli siano di colore marrone, infatti il codice recita:

Art. 37. Apposizione e manutenzione della segnaletica stradale. 1. L’apposizione e la manutenzione della segnaletica, ad eccezione dei casi previsti nel regolamento per singoli segnali, fanno carico: a) agli enti proprietari delle strade, fuori dei centri abitati; b) ai comuni, nei centri abitati, compresi i segnali di inizio e fine del centro abitato, anche se collocati su strade non comunali; 2-bis. Gli enti di cui al comma 1 possono utilizzare, nei segnali di localizzazione territoriale del confine del comune, lingue regionali o idiomi locali presenti nella zona di riferimento, in aggiunta alla denominazione nella lingua italiana

Art. 78. – Colori dei segnali verticali (art. 39 C.s.). c) bianco: per le strade urbane o per avviare a destinazioni urbane.

(Fonte)

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