A QUARON-A an Valsesia
ANT LA CESA ‘D SAN GIOANN AL MONT
SABA 19 ËD MAGG 2012
La tradissional Santa Mëssa an lenga piemontèisa e an lenga tittsch
ore 16: ritrovo in piazza Combattenti e salita al Monte Tucri
ore 17: inizio della celebrazione
Sono vivamente invitate le rappresentanze in costume valsesiano
Informazioni: dafilie@tin.it
► San Giovanni al Monte, l’antica chiesa di Quarona
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Quarona si inserisce nella mappa artistica con il più antico monumento valsesiano, il San Giovanni al Monte, costruito sulla sommità del Monte dei Tucri. La chiesa di San Giovanni trae origine da una costruzione romana, forse una postazione dei soldati, sorta su un cimitero e adibita a stanza di preghiera. A questo locale fu poi aggiunto un battistero con portico. In epoca Carolingia i due corpi furono legati in un’unica costruzione aprendo grandi arcate nei muri divisori. Nel 400 fu poi aggiunto il campanile che crollò e fu ricostruito nel 1700.
In venti minuti si sale a piedi a San Giovanni (m.552), incontrando a sinistra una cappelletta dipinta nel 1447 rappresentante, fra vari santi, la Vergine con il bambino. L’interno della chiesetta è tutto dipinto con affreschi di cui il più antico rappresenta una Madonna in trono con bambino e ai lati dei santi, di gusto bizantino, a tinte vivaci, che risalgono alla metà del’200.
Le storie di Gesù, le figure di altri santi e di Vescovi furono dipinti più tardi.
Purtroppo di recente i ladri hanno rubato la parte centrale del polittico che si attribuiva a Bernardino Cano, un pittore del 1500 discepolo di Gaudenzio Ferrari. Un’altra Madonna è del Gagnola.
Ai fianchi dell’abside ci sono curiose figure di Adamo, Caino e Abele ; sotto di loro il semicilindro dell’abside offre una serie di immagini di Santi e Vescovi.
Queste immagini sono le più antiche della chiesa e risalgono all’alto medioevo; sono un insieme di opere stranamente affascinanti che risentono di influenze barbariche e bizantine. Presentano l’uomo in posizione rigida e frontale e fanno pensare alle miniature medievali.
Intorno a queste pitture in atteggiamento severo, se ne trovavano altre dipinte sulla parete dalla navata destra che appaiono più mosse e più vivaci e fra le figure dei nuovi santi, è presente anche la Beata. L’inferno, i mostri e la vita di Gesù, rappresentati con colori rosei e bluastri, per cui sembra che l’artista abbia voluto ispirarsi alle miniature lombarde della metà del ‘400.
L’arte del Rinascimento è poi rappresentata da un bellissimo dipinto la cui cornice dorata, unita al disegno che illustra la facciata della chiesa di San Giovanni, è attribuita al Lanino. Non sarà da dimenticare, sempre proveniente dalla cappella della Pietà, il semplice ma meraviglioso complesso di figure in legno scolpito che si trova ora nella cappella esterna, considerate capolavori dell’arte locale e opere di uno scultore Valsesiano della metà del ‘200. La chiesa di San Giovanni divenne ancor più cara ai Quaronesi perché poco più su, sulla sommità del monte, venne deposto, in un tempietto oggi completamente rovinato, il corpo di Panasia o Panacea (successivamente spostata), venerata come la Beata Panacea, la cui leggenda si diffuse largamente in tutta l’Italia del Nord.
L’attaccamento dei Quaronesi alla loro bella chiesa parrocchiale si nota anche quando,più tardi, la sua posizione venne considerata scomoda, ed essi resistettero più di un secolo alle ingiunzioni dei vescovi di Novara di trasferire la sede parrocchiale al piano.
Fecero persino una legge che durò circa 10 anni, secondo la quale, battesimi, matrimoni, funerali e sepolture dovevano essere eseguiti in questa chiesa anche dai comuni vicini. Nel 1487 si decise di iniziare la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale, dedicata a S. Antonio Abate, nel centro del paese, che fu poi consacrata.
Numerosi “benefattori” si avvicendarono nei secoli e cercarono di mantenere sempre in buono stato la chiesa di San Giovanni. Fino all’intervento generoso e risolutivo del discendente di una delle famiglie più antiche di Quarona, Giorgio Rolandi, che promosse e rese possibile in questi ultimi anni un restauro completo.
In venti minuti si sale a piedi a San Giovanni (m.552), incontrando a sinistra una cappelletta dipinta nel 1447 rappresentante, fra vari santi, la Vergine con il bambino. L’interno della chiesetta è tutto dipinto con affreschi di cui il più antico rappresenta una Madonna in trono con bambino e ai lati dei santi, di gusto bizantino, a tinte vivaci, che risalgono alla metà del’200.
Le storie di Gesù, le figure di altri santi e di Vescovi furono dipinti più tardi.
Purtroppo di recente i ladri hanno rubato la parte centrale del polittico che si attribuiva a Bernardino Cano, un pittore del 1500 discepolo di Gaudenzio Ferrari. Un’altra Madonna è del Gagnola.
Ai fianchi dell’abside ci sono curiose figure di Adamo, Caino e Abele ; sotto di loro il semicilindro dell’abside offre una serie di immagini di Santi e Vescovi.
Queste immagini sono le più antiche della chiesa e risalgono all’alto medioevo; sono un insieme di opere stranamente affascinanti che risentono di influenze barbariche e bizantine. Presentano l’uomo in posizione rigida e frontale e fanno pensare alle miniature medievali.
Intorno a queste pitture in atteggiamento severo, se ne trovavano altre dipinte sulla parete dalla navata destra che appaiono più mosse e più vivaci e fra le figure dei nuovi santi, è presente anche la Beata. L’inferno, i mostri e la vita di Gesù, rappresentati con colori rosei e bluastri, per cui sembra che l’artista abbia voluto ispirarsi alle miniature lombarde della metà del ‘400.
L’arte del Rinascimento è poi rappresentata da un bellissimo dipinto la cui cornice dorata, unita al disegno che illustra la facciata della chiesa di San Giovanni, è attribuita al Lanino. Non sarà da dimenticare, sempre proveniente dalla cappella della Pietà, il semplice ma meraviglioso complesso di figure in legno scolpito che si trova ora nella cappella esterna, considerate capolavori dell’arte locale e opere di uno scultore Valsesiano della metà del ‘200. La chiesa di San Giovanni divenne ancor più cara ai Quaronesi perché poco più su, sulla sommità del monte, venne deposto, in un tempietto oggi completamente rovinato, il corpo di Panasia o Panacea (successivamente spostata), venerata come la Beata Panacea, la cui leggenda si diffuse largamente in tutta l’Italia del Nord.
L’attaccamento dei Quaronesi alla loro bella chiesa parrocchiale si nota anche quando,più tardi, la sua posizione venne considerata scomoda, ed essi resistettero più di un secolo alle ingiunzioni dei vescovi di Novara di trasferire la sede parrocchiale al piano.
Fecero persino una legge che durò circa 10 anni, secondo la quale, battesimi, matrimoni, funerali e sepolture dovevano essere eseguiti in questa chiesa anche dai comuni vicini. Nel 1487 si decise di iniziare la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale, dedicata a S. Antonio Abate, nel centro del paese, che fu poi consacrata.
Numerosi “benefattori” si avvicendarono nei secoli e cercarono di mantenere sempre in buono stato la chiesa di San Giovanni. Fino all’intervento generoso e risolutivo del discendente di una delle famiglie più antiche di Quarona, Giorgio Rolandi, che promosse e rese possibile in questi ultimi anni un restauro completo.