Che fine hanno fatto le 12mila firme per il piemontese ufficiale?

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A partire dall’inizio dell’anno abbiamo raccolto e consegnato alla Regione Piemonte 12.000 firme per richiedere l’impegno diretto dell’Ente per superare l’odiosa discriminazione che patisce oggi la lingua piemontese, lingua minoritaria alla quale, a tutt’oggi, unica in Europa, è negato perfino il riconoscimento legislativo.

Per quanto riguarda la nostra proposta per una nuova e più organica legge regionale, tutto permane fermo e stagnante. Dal momento della consegna delle firme non c’è più stato alcun segno di interesse, e la proposta non è ancora stata calendarizzata nei lavori del Consiglio Regionale. Con l’inizio dell’anno nuovo, stante questa situazione di totale disinteresse, ci attiveremo con nuove azioni e proposte.

Invece, la proposta di legge regionale al parlamento italiano quest’estate è stata approvata all’unanimità e inviata alla Camera dei Deputati. Lì è andata ad aggiungersi alle altre proposte di legge volte all’inserimento della lingua piemontese nella legge statale 482/99. L’On. Davide Cavallotto ha chiesto che la I Commissione Affari Costituzionali esaminasse le proposte di legge in sede legislativa: in questo caso, se si pervenisse all’unanimità dei consensi, decadrebbe la necessità del passaggio in Aula, con ovvi vantaggi in termini di tempo e di efficacia. Tuttavia le dimissioni del Governo Berlusconi hanno portato alla ridefinizione dei presidenti delle commissioni parlamentari, dei lavori e, quindi, a un’ennesima battuta d’arresto.

Poiché l’attuale Governo Monti è quello che gode della più ampia maggioranza parlamentare nella storia della Repubblica e poiché le proposte di legge sono del tutto trasversali, sarebbe naturale aspettarsi una veloce approvazione del provvedimento. Anche per sapere chi vuole bene ai Piemontesi e chi no, nelle prossime settimane contiamo di diffondere le dichiarazioni di voto dei membri della Commissione, anche per valutare il peso dei Parlamentari piemontesi nel parlamento italiano.

Con l’aiuto di tutti, Gioventura Piemontèisa non intende stare soltanto a guardare.

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