Lo Stato contro la Consolata, San Giovanni, San Gaudenzio e San Secondo

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Ennesima ingerenza dello Stato italiano negli affari del Piemonte. La commissione bilancio del Senato ha approvato un emendamento nell’ambito della manovra finanziaria (presentato dal Pd e passato all’unanimità) che cancella le feste dei Santi patroni dei nostri paesi e delle nostre città.

Ovviamente le festività civili (25 aprile eccetera), pietre miliari della religione laica post-unitaria,  sono state salvate, mentre le feste patronali saranno probabilmente spostate alla domenica più vicina.

Si tratta di una decisione che non porterà alcun vantaggio economico e che, anzi, danneggerà il turismo e il commercio. Ma i danni economici sono nulla di fronte a quelli arrecati all’identità.

La festa del Santo patrono per una Comunità è da sempre un momento simbolico di incontro religioso e civile all’insegna dell’identità collettiva; anzi, è uno dei momenti di più forte unione identitaria di una Comunità locale. L’elezione di uno o più Santi protettori risale infatti ai tempi delle fondazioni delle Comunità stesse, oppure a momenti di particolare gravità come epidemie, minacce, invasioni, e la loro ricorrenza si celebra da secoli e secoli.

Ora lo Stato italiano, con il pretesto della manovra finanziaria, torna arrogantemente a mettere il becco nelle nostre tradizioni millenarie ad esso preesistenti, cercando una volta di più di fare ripartire la nostra storia dal 1945 cancellando tutta quanto c’è stato prima (“risorgimento” escluso).

Ci aspettiamo una chiara e forte presa di posizione da parte dei Parlamentari Piemontesi, nonché un atto di coraggio dei nostri Sindaci, affiché provvedano autonomamente a solennizzare la festa della loro città e del loro paese in barba alle imposizioni colonialiste del Governo.

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