Il 17 giugno il popolo grigionese si è espresso a favore di un importante disegno di legge sulle minoranze linguistiche. L’art.70 della Costituzione federale svizzera affida ad ogni singolo Cantone il compito di definire le proprie lingue ufficiali. In questo modo si considera la composizione linguistica tradizionale del territorio attraverso le minoranze d’insediamento storico. Le autorità competenti hanno predisposto una normativa di diritto cantonale su questa tematica, che ha trovato da tempo sulla sua strada alcuni oppositori. I difensori del romancio e dell’italiano hanno avuto qualche problema per la promozione delle due lingue e le stesse sono passate al vaglio del referendum che è un forma democratica di votazione delle Confederazione svizzera.Con un risultato positivo a favore del disegno di legge (54% delle preferenze), un margine contenuto è stato comunque sufficiente ad arginare l’espressione linguistica germanica che attraverso i suoi rappresentati tendeva ad assumere mire egemoniche. Il disegno di legge, frutto di un compromesso fra i deputati cantonali in termini di diritto e grazie al pronunciamento popolare, ha dato la possibilità di fissare le lingue ufficiali nel Cantone dei Grigioni.
Il risultato è importante perché sin dal 1950 è già stata germanizzata una trentina di comuni romanci a discapito della tanto decantata (dalle autorità) trilinguità cantonale ora legislativamente affermata. Tutto il mondo visita il Cantone proprio per cercare ricette di convivenza tra stirpi diverse e forse possiamo pensare che anche la maggioranza tedesca questa volta si sia fatta carico della propria responsabilità di fronte a quelle vallate neolatine che si unirono, secoli fa, per fondare la libera Confederazione delle Leghe Retiche.