Michele Ruggiero ci introduce nei gusti e nei sapori di una cucina in cui sono presenti influenze saracene, arabe, franche e longobarde: uno scorrere in modo spigliato tra le vicende del Piemonte. Descrivendo le mense dei ricchi e le tavole dei poveri, la cucina aristocratica e quella umile, si scopre la storia di un popolo: l’alimentazione è lo specchio di una civiltà, significa commerci e mercati, usi e costumi, condizioni di vita e di salute. Sul filo di una documentata ricerca, partendo da un’ottica dal basso, il percorso tra la cucina subalpina individua le origini della tofèja canavesana, dei bujì come del fritto misto, ma anche dei formaggi, gli antichi sapori della montagna, dei dolci e dei vini.
Il libro non è un trattato di gastronomia né tanto meno un ricettario in quanto, come riporta l’autore «…non è una grande impresa raccogliere e catalogare le ricette della nonna, della zia monaca, della cugina paesanotta, anche della bellona della porta accanto. Con il computer, con il copia-incolla senza discernimento, si possono fare miracoli e altrettante nefandezze». D’altra parte le buone cusinere non ricorrevano ai ricettari bensì all’insegnamento delle antenate, “la tradizione orale applicata ai fornelli”.
€ 15