«Via le ultime tracce del villaggio di Asterix….»: si crede anche spiritoso, il sindaco di Novara Andrea Ballarè, nel suo delirio iconoclasta antipiemontese e antinovarese. È vero, quei cartelli erano orrendi e scorretti, ma almeno cercavano di ricordare che «Noara» ha una sua identità. Adesso può essere soltanto una delle “cento città”, l’ennesima con un sindaco degno del peggior fascismo e del peggior socialismo reale, che manifesta così il suo disprezzo per tutto ciò che sono stati negli ultimi mille anni i Novaresi che parlavano noarés. Un altro emulo di Tolomei, uno di quei personaggi che ci fanno riflettere sul fatto che prima dei Novaresi si estinguerà l’intelligenza.
Abbiamo ripreso la foto del suo profilo – che resterà nella storia della nostra lingua insieme al suo nome come paradigma di ottusità – affiancandola ad alcuni esempi di come vengono rispettate e rese visibili le identità in Europa. Anche Noara sta scivolando nel “baratro” della mediocrità e dell’uniformità. Vergogna. Vergogna.
E poi c’è ancora qualcuno (pochi, a dire il vero) che fa demagogia sul nostro soffermarci sui simboli: come vedete c’è chi è più bravo di noi. Ma non lo invidiamo, lo compatiamo. (Robert J.M. Novero, 3.10.2013)
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Anche questa è « Noara », Signor Sindaco. Ci pensi, faccia rifare quei cartelli più belli di prima.
PAOLA POLASTRI – GIULIÈTA ▼
Lingue e dialetti – Giovanni Polli – 12/11/2013 ▼