Gioventura Piemontèisa dal Sìndich ëd Gruliasch për ël portal d'«Ël Quaja» | N'interpelansa a la tersa Sircoscrission ëd Turin

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Jér, 20 ëd mars 2013, na delegassion dla Diression ëd Gioventura Piemontèisa a l’ha avù un colòqui con M. Roberto Montà, Sìndich ëd Gruliasch, an sla chestion ëd l’«Arch» an sij termo ‘d Turin.
Contut che la sòrt ëd cost bin coltural a fasa nen part ëd j’emergense ‘d costi temp, a resta da capì për prim se l’antich portal d’«Ël Quaja», palass ësgnor dël bisotié dla Ca ‘d Savòja, as treuva an sël teritòri ‘d Gruliasch o ‘d Turin. Dai temp ch’a l’han campà giù cola ch’a l’era dventà na cassin-a (1968) j’at ministrativ a son mai stàit përfessionà (sic!).
Ël sìndich a l’ha dane soa disponibilità e a l’ha parlane dl’angagg ëd soa Comun-a për ël “Sistema vile e cassin-e”, për serché ‘d buté a la sosta col pòch ch’a resta an pé ‘d cost patrimòni.
Adess Gioventura Piemontèisa a afronterà ‘l prim ampacc ch’a rësguarda la competensa an sël monument, tiranda an mes ëdcò la Sità ‘d Turin.
Iv faroma savèj – dòp ëd n’ancontr con l’Assessor competent – lòn ch’a l’è già stàit fàit a Gruliasch e tute le neuve për l’avnì dl’«Arch».

L’antico portale di Grugliasco cade a pezzi. “Salviamolo dal degrado”

 “Salviamo un simbolo del nostro passato”: mobilitazione per l’arco di strada della Pronda

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«Torino è la città italiana in cui negli ultimi anni si è costruito di più, un processo che riguarda tutte le città post-industriali, destinate a diventare città del divertimento. Il modello, anche se non esplicito, è Las Vegas» (Giuseppe Culicchia)

Arco in muratura (accesso ad una cascina, sita ora in territorio di Grugliasco)
Via dell’Arco, Strada della Pronda

Porzione di fabbricato rurale di valore documentario, tipico esempio di recinzione tardo-settecentesca.

La chiusura dell’aia con formazione di un accesso aulico al complesso rurale avviene di norma nella seconda metà del Settecento.

[Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984]

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IL QUAGLIA (fine XVII secolo) – strada Antica di Grugliasco

La villa, con annesse cascina e cappella, cui un tempo si aggiungevano anche due giardini, conserva ancora il nome dei suoi primi proprietari attestati alla fine del Seicento, i Quaglia, esponenti di una notafamiglia borghese torinese, le cui armi figurano scolpite nel torinese Palazzo degli Stemmi. Dall’ultimo ventennio circa del Settecento sino al primo dell’Ottocento fu proprietario del Quaglia Filippo Colla, gioielliere di corte; successivamente, e per quasi un secolo, il complesso sarebbe appartenuto alla famiglia dei conti Gautier di Confiengo. Nonostante le tante modifiche succedutesi nel tempo, rimangono ancora tracce dell’assetto originario all’interno della villa nel portico, nella galleria superiore e nello scalone; la cascina venne ristrutturata nell’Ottocento, con aggiunta di una torretta a merli. Rimane anche traccia di quello che era lo stradone principale d’accesso (ormai ridotto ad una stradina) nell’arco prospiciente strada della Pronda. La piccola cappella barocca con portico antistante, intitolata alla SS. Annunziata, è ormai in rovina, ma se ne può ancora notare l’eleganza delle proporzioni. [Comune dei Grugliasco]

Sistema delle cascine storiche: si tratta di un’area estesa tra l’abitato di Grugliasco e quello di Torino in cui si estende la rete delle ville e case padronali seicentesche e settecentesche,  con i loro giardini e cappelle private, e le annesse cascine, che ancor oggi costellano in direzione di Torino strada Antica di Grugliasco (Il Quaglia, L’Astrua, L’Armano), strada del Gerbido (Il Palazzo, Il Villanis), strada del Portone (Il Maggiordomo, Il Ducco, La Mandina). La costruzione a Grugliasco di ville spesso di gran pregio è attribuibile a famiglie torinesi esponenti di una nobiltà legata soprattutto alla corte dei principi di Savoia-Carignano o, successivamente, di una più recente nobiltà di funzionariato, o dell’alta borghesia: i San Martino di Agliè, gli Armano di Gros, i Dellala di Beinasco. A pochi chilometri da Torino e dalla sede della Corte sabauda, queste ville rappresentavano le residenze di villeggiatura, e le annesse cascine e terre una fonte di approvvigionamento diretto, per queste famiglie. [Masterplan Terre dell’Ovest]

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► NOVITÀ

22.3.2013. Presentata un’interpellanza alla Circoscrizione III del Comune di Torino

Cronaca Qui, 26.3.2013

Interpellanza con risposta scritta

Oggetto: Antico portale “arco” in strada della Pronda
Premesso che 
È un bene per le giovani generazioni far conoscere le testimonianze delle nostre tradizioni e della nostra identità.
 
Considerato che
In strada della Pronda vi è un “arco”, antico portale de “Il Quaglia” secolo XVII, definito nel 1790 uno dei più bei palazzi che vi siano nei dintorni di Torino.
 
Considerato anche che
A seguito dell’abbattimento della sontuosa azienda agricola storica ha già rappresentato una grave perdita per l’identità del territorio Torinese. Le vestigia rimanenti, uno degli ultimi esempi di costruzioni della campagna Torinese scampati all’indiscriminata distruzione per costruire nuovi insediamenti abitativi, rischia il crollo improvviso.
 
Considerato infine che
Con il restauro e una adeguata valorizzazione gioverebbe all’identità della borgata, del Torinese e dell’intero Piemonte.
 
Si interpellano
Il Presidente e i Coordinatori interessati della Circoscrizione Tre per:
– Il portale in oggetto rientra nel nostro territorio di Circoscrizione?
– Avete già pensato a intervenire presso Enti di competenza per il restauro e la valorizzazione del portale?
– Non sarebbe il caso di contattare un istituto scolastico della borgata al fine che adotti questo manufatto, come già avviene per altri storici manufatti in Circoscrizione?
– Valorizzare con il restauro dell’arco gli ultimi resti di un importante villa Torinese e unico manufatto d’epoca della zona.
 
Torino 22 Marzo 2013
 
I Consiglieri della Lega Nord Piemont
Bernardo Miletto
Chiara Bosticco
La Stampa, 10.4.2013
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«Për fé fòra un pòpol, a s’ancamin-a co’l gaveje la memòria. As dëstruvo ij sò lìber, soa coltura, soa stòria... ».

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