Torniamo a parlare delle “Gallerie di Pietro Micca”, quella parte della Cittadella sotterranea di Torino che si era meglio conservata nei secoli, prima che il Comune di Torino (con l’avallo della Soprintendenza) la distruggesse per costruire il parcheggio di corso Galileo Ferraris.
Ora la discussione si rianima grazie a un’azione legale intrapresa dal consigliere Roberto Rosso, presentata oggi in conferenza stampa in Comune.
L’accaduto ha dell’incredibile. Il Comune decise la costruzione di quel parcheggio nel 2008, malgrado esperti e archeologi avessero segnalato la presenza di importanti fortificazioni nel sottosuolo. Quando nel marzo del 2015 dagli scavi emerse la Galleria Magistrale perfettamente conservata, i sovrintendenti la percorsero, la esaminarono e ne autorizzarono la demolizione! Lo scempio si compì in fretta e furia e di nascosto, in un cantiere dove altissime transenne impedivano alla cittadinanza di sapere cosa stava accadendo.
L’archeologo esperto in architettura militare, che per contratto doveva assistere ai lavori, riuscirà appena a salvare i mattoni e a rimuovere i graffiti tracciati trecento anni fa dai nostri soldati che difendevano la Città, prima di essere licenziato senza spiegazioni e diffidato dal rimettere piede nel cantiere.
Quando il Comitato Pietro Micca metterà le Soprintendenze di fronte alle loro gravi responsabilità, otterrà soltanto reazioni sprezzanti e scomposte. Quanto è stato più volte definito «autentico unicum per la complessa ed originale architettura, nonché capolavoro dell’ingegneria e della strategia militare del XVI secolo» per loro non erano altro che «opere seriali» (sic!).
Ora Roberto Rosso vuole vederci chiaro: se in questa brutta storia, che ha fatto perdere a Torino una parte del proprio patrimonio storico e identitario e l’opportunità di un parco archeologico unico al mondo, ci sono responsabilità penali, che vengano accertate e sanzionate.
Quelle morali, invece, sono sotto gli occhi di tutti. Non tarderemo a riparlarne.
12.1.2017