Un nuovo scempio ai danni del patrimonio archeologico di Torino si annuncia al cantiere del parcheggio di corso Galileo Ferraris

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La battaglia continua per l’abbandono del progetto del parcheggio, la ricostruzione della galleria distrutta e perché i responsabili di questa distruzione siano chiamati a rendere conto delle loro azioni

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La battaglia intrapresa dal Comitato Pietro Micca per salvare i resti della Cittadella sotterranea di Torino, minacciati di distruzione e in parte già abbattuti dal cantiere del parcheggio interrato in corso Galileo Ferraris, pare non avere fine.

L’ultimo atto si è svolto lo scorso 14 Marzo, quando un progetto modificato del parcheggio è stato approvato in tutta fretta in Consiglio comunale (proprio in bocca all’inizio della campagna elettorale…). Ancora una volta si sono messi i Torinesi di fronte al fatto compiuto, dopo avere cercato di addomesticarli con articoli di stampa che si rallegravano per l’avvenuta “messa in salvo” della Cittadella sotterranea e, addirittura, per la prossima istituzione di un parco archeologico (un’idea del Comitato Pietro Micca del cui simulacro in sedicesimi si è spudoratamente attribuito la paternità l’assessore Claudio Lubatti).

LA VERITÀ SU QUANTO STA PER ACCADERE – Notizie palesemente false e tendenziose, tant’è vero che, secondo quanto prevede il nuovo progetto:

– il cantiere procederà, nelle prossime settimane, ad ulteriori demolizioni (parte dei contrafforti del muro sud della Mezzaluna des Invalides) per consentire il passaggio delle auto (!);

– le opere murarie saranno inglobate nel parcheggio, come è già avvenuto in piazza San Carlo e in piazza Emanuele Filiberto; vengono così ridotte a mero complemento di arredo, senza più alcun interesse storico o turistico, in quanto totamente decontestualizzate;

– Ciò che le ruspe hanno risparmiato della Mezzaluna des Invalides verrà rinchiuso in una piccola stanzetta di 30 metri per 11 e non sarà visibile dall’esterno; le lastre in cemento che copriranno il tutto fanno presagire un effetto-tomba simile a quello che rallegra Dora Grossa/via Garibaldi;

– la fortezza sotterranea cinquecentesca del Pastiss diverrà accessibile… passando dal parcheggio, mentre l’accesso naturale sarebbe stato dalla Galleria Capitale attraverso l’imbocco con la Galleria Magistrale; peccato che questa sia stata demolita nel giugno scorso con una solerzia che lascia più di un sospetto.

Il protagonista dell’ex-area archeologica devastata, il vero centro di interesse sarà, quindi, il parcheggio interrato di quattro piani voluto della Giunta Fassino, che ne ha sempre sottolineato la priorità [link + altro link – leggere la parte in rosso].

A CHI GIOVA? – Perché tutta questa smania di scavare un parcheggio in pieno centro (quando in tutta Europa si cerca da decenni di allontanare il traffico automobilistico dai centri storici), in un’area dove non ce n’è affatto bisogno, buttando all’aria senza remore la memoria storica della città?

La risposta ufficiale era stata “per eliminare le auto dalla superficie”. Gongolava Lubatti poco più di un anno fa: «Finalmente potremo riqualificare un importante tratto di corso Galileo Ferraris destinandolo ad un uso esclusivamente ciclo-pedonale». Peccato che, poiché la “stanzetta sotterranea” comporta la perdita di 165 posti auto, la ditta appaltatrice verrà risarcita con la concessione di 94 posti in superficie al posto del previsto “percorso pedonale” sul corso e, pertanto, la situazione risulterà invariata (salvo che, per 99 anni, la ditta percepirà € 2,50 all’ora per ogni singola auto).

Ma, allora, cui prodest? A chi giova? È una questione sulla quale lasciamo la scelta ai lettori fra tutte le possibili ipotesi.

LE GRAVISSIME RESPONSABILITÀ DELLA SOPRINTENDENZA – Intanto, se fosse dipeso solo dalla Soprintendenza, tutto quanto venuto allo scoperto sarebbe ormai stato sbancato da un anno. Distruzione evitata soltanto dal deciso intervento del Comitato Pietro Micca e dalle migliaia di cittadini che lo hanno sostenuto. La Soprintendenza ha reagito in modo maldestro, non trovando di meglio, per difendere il proprio operato, che esibirsi in dichiarazioni al limite dell’assurdo.

Non ci sorprende, quindi, come la Soprintendenza abbia potuto nuovamente e acriticamente (e come sempre in gran segreto) approvare anche questo nuovo progetto. La domanda che ci si pone è la stessa: cui prodest?

SOLTANTO UNA QUESTIONE DI INTERESSI? – Qualcuno potrebbe pensare a certi interessi in campo. Ma a noi sembra una spiegazione riduttiva o fuorviante: come mai, ciclicamente, i Torinesi che non si accontentano della città-luna park devono organizzarsi in comitati per opporsi alle incomprensibili iniziative di queste giunte? Come mai i cittadini devono sempre cercare di difendersi da un Comune che si pone nei loro riguardi sempre come nemico?

La risposta è che queste Giunte stanno cercando di cambiare i connotati alla nostra città conformemente a quanto piace a loro (e a chi li comanda), cercando di trasformarla in un luogo senza storia e senz’anima. Gli esempi si sprecano, siamo nell’ordine delle centinaia. Invece di recuperarli e di renderli fruibili si distruggono sistematicamente importanti pezzi di storia per sostituirli con luoghi ed edifici che sono semplici occasioni di speculazione (centri commerciali, casermoni, grattacieli, sottopassi e parcheggi nei posti più inutili) senza alcuna identità, come se ne possono trovare uguali a migliaia in tutte le città del mondo — spesso non paragonabili a Torino per bellezza, fascino e storia.

L’ultimo esempio? Anche se nessuno lo dice, la scala di Pietro Micca non è più visitabile da due settimane poiché, dal momento che il Comune si sta bellamente disinteressando della manutenzione, il controsoffitto sta perdendo pezzi.

È una guerra senza fine contro un nemico infido, che accampa pretesti indifendibili per giustificare un comportamento che non si spiega se non con la più totale malafede e l’odio ideologico per l’identità torinese e piemontese.

21.3.2016


Il «Comitato Pietro Micca» rinnova la battaglia prendendo le mosse da una NUOVA PETIZIONE — che preghiamo i lettori di diffondere più che possono presso i loro amici.

Si chiede che

– Il parcheggio sui resti della Cittadella in corso Galileo Ferraris venga definitivamente abbandonato; facciano piuttosto i parcheggi in periferia e davanti agli ospedali.

Si ricostruisca con i mattoni originali quanto è stato distrutto e si ripristini il contesto originale per garantire l’accesso al Pastiss.

Si realizzi (ma davvero, senza prenderci in giro) il Parco Archeologico e il Polo museale Pietro Micca, e lo si renda visibile e fruibile a cittadini e turisti, raccordando il Museo Pietro Micca, il Maschio della Cittadella, il Pastiss, il Cisternone e i nuovi ritrovamenti. La storia di Torino va riscoperta, non nascosta e distrutta.

Si vincolino definitivamente tutte le opere storiche presenti nel sottosuolo di Torino, per evitare ogni volta di dovere intraprendere le stesse battaglie contro scelte dettate da tutt’altro che dall’amore per la propria città.

Solo una forte presa di coscienza da parte dei cittadini può fermare questa nuova devastazione.

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ComitatoPietroMicca

www.pietromicca.org | info@pietromicca.org | comitatopietromicca@libero.it | 3384334539 | 3392100604 | Gruppo FB Salviamo il patrimonio archeologico della città di Torino. La Cittadella

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Il Cielo su Milano | Intervista di Roberto Schena

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