[Frinch – 8.12.2015] Ieri, lunedì 7 dicembre, un’enorme gru è stata installata nella piazzetta davanti alla chiesa e si è proceduto alla demolizione di parte del castello, a quanto pare senza autorizzazione della Soprintendenza.
Il “nuovo proprietario” del Castello (che lo ha acquistato a un’asta sulla cui legittimità manteniamo i nostri dubbi, essendoci cause legali ancora in corso) pare insistere nel respingere ogni tipo di collaborazione col Comitato SCF, mentre la giunta di Frinco è totalmente assente, incapace di presentare qualsiasi tipo di proposta.
Permangono tutti i dubbi sull’intervento di “restauro” che ha accelerato il nuovo crollo del 23 novembre: era ovvio che un “muro di contenimento” del peso di 200 tonnellate, gettato senza prima puntellare la parte adiacente, sarebbe inevitabilmente scivolato a valle trascinando con sé parte del Castello.
Ora si è demolito l’angolo di tetto rimasto (nuovo, solido e leggero) mentre si sono lasciate scoperte le parti franate (soprattutto alla base), favorendo così il crollo di un’altra parte attigua – con conseguente effetto domino.
In poche parole, tutto il Castello sta crollando.
L’intervento fatto a suo tempo dal Comune di Frinco non ha provvisto la parte interessata di adeguata copertura: ciò ha provocato altre infiltrazioni d’acqua e crolli delle volte interne, indebolendo ulteriormente la struttura e, dal lato opposto, la parte a sbalzo poggiante sull’ultimo arco gotico rimasto. Com’è ovvio, questa sarà la parte interessata dal prossimo crollo.
Ancora un ironico “grazie” ai deputati e ai senatori piemontesi, ai consiglieri regionali, nonché a tutte le istituzioni statali e non, per il loro disinteresse.
Chi ci guadagna da questa faccenda?
► Allarme a Frinco: tra crolli e demolizioni, compromesso lo storico castello
«Cancellati, fra le nebbie, otto secoli di storia!
Ecco altre foto scattate durante le operazioni di demolizione.
Tra l’altro, dal castello sono stati visti uscire e andare via ben 4 camion carichi di mattoni (in buone condizioni)! Vorremmo proprio sapere dove erano diretti…»