23.11.2015
«Un pezzo di storia sta crollando, il più grande castello del Monferrato sta crollando sulle case sottostanti e nessuno fa nulla per mettere in sicurezza la struttura, anzi la vogliono far crollare solamente per accedere alle proprietà ancora esistenti. È vergognoso che gli Enti pubblici siano complici di questo scempio!»
Così scrivevamo quasi due anni fa, all’unisono con il Comitato “Salvaguardia Castello di Frinco”, dopo il grande crollo del 5 febbraio 2014.
Abbiamo messo tutti in guardia; il Comitato ha promosso studi scientifici e sopralluoghi e si è perfino costituita una lista elettorale alle Comunali dell’anno scorso per sostenere un recupero serio di questo grande castello piemontese del XII secolo, che stiamo per perdere a causa dell’incapacità e dell’inettitudine dei governanti di Frinco, della Regione e dello Stato italiano.
Tutti hanno fatto finta di niente, ripetendo – tra cugine di ministri, “espropri proletari” di beni altrui, vendite illegittime a cause ancora aperte (e che pare nessuno in tribunale abbia intenzione di discutere), mangiate alla pro loco e proclami roboanti sui giornali – che “tutto va bene”.
Cos’è successo in questi mesi al castello? Hanno messo tre o quattro tacon qua e là, ci sono stati andirivieni di SUV e coinvolgimento di VIP, i mattoni antichi sono stati distrutti dalle schiacciasassi e la Soprintendenza italiana, come al solito in questi casi, è rimasta muta. Ma la realtà è tornata a ricordarci che Frinco, malgrado l’infantile ottimismo della giunta comunale, non è il paese dei balocchi; anzi: l’indolenza e l’incoscienza dei suoi abitanti stanno da anni dando prova di come si possa anche andare contro, nonostante l’evidenza che incombe sulla loro testa, al solido buon senso piemontese.
.
Oggi c’è stato un nuovo gravissimo crollo. Il castello di Frinco, come avevamo facilmente previsto, sta venendo giù.
.
E lo ripetiamo ancora: tutta la collina è piena d’acqua, il terreno è instabile. Solo la mano della Provvidenza ha fin’ora evitato vittime, ma l’antico maniero rischia di rovinare sull’abitato e di ammazzare qualcuno.
.
Lo Stato italiano, anche con i suoi burattini in Piemonte, pretende di avere l’esclusiva della tutela dei beni culturali piemontesi; ma è di tutta evidenza che, in realtà, opera per la loro distruzione e la loro scomparsa, per la cancellazione definitiva delle testimonianze della nostra storia millenaria e, con loro, della nostra identità. E quanto è accaduto oggi a Frinco non è che l’ultima testimonianza in ordine di tempo.
Che stiano aspettando davvero l’irreparabile per decretare una già paventata “demolizione controllata” del castello?
► 19.4.2014: A Frinco il presidio per la Giornata della Memoria dei monumenti e dei Paesaggi testimoni dell’Identità piemontese
► 28.3.2014: ‘Il castello di Frinco cade a pezzi. Si intervenga prima che sia troppo tardi!’
► La storia piemontese in briciole
► COME SI È ARRIVATI ALL’EMERGENZA
► Link Fb “Amici del Castello di Frinco”
13 Maggio 2015: «RIUNIONE ABUSIVA.
Le persone che ora si spacciano per proprietari sanno di agir in mala fede e per scopi per nulla encomiabili. Lo dimostra il fatto che, nonostante il pericolo di crolli, fanno entrare tutti, tranne i rappresentanti della famiglia ed i tecnici del Comitato SCF. Oltre all’immobile, sono trattenuti illecitamente anche i loro beni presenti nel castello.
Nella storia la fortezza è stata anche centro spirituale e religioso, come risulta dai progetti che da anni la famiglia portava avanti in accordo con gli ordini ecclesiastici. Purtroppo, quest’ultimo periodo di storia ha gettato nell’ombra i sacrifici precedenti e sconfina ora nella cronaca, e nessun uomo di fede dovrebbe benedire una simile situazione. (Comitato SCF, maggio 2015)