Santhià – Ritrovate in zona cascina Pragilardo dieci tombe di epoca romana

Home » Santhià – Ritrovate in zona cascina Pragilardo dieci tombe di epoca romana

Tomba Santhià2015Durante lo scavo per la posa del metanodotto Snam Vercelli – Cavaglià, in territorio di Santhià oltre la cascina Pragilardo, sono state ritrovate dieci tombe di epoca romana, tutto il materiale di corredo è stato recuperato dagli archeologi in breve tempo.

Ne parliamo con Elisa Panero Funzionario della Soprintendenza Archeologica del Piemonte per tutto il vercellese.

Come sono state individuate le sepolture ? « Le sepolture sono state individuate nell’ambito delle attività di tutela e assistenza archeologica alle opere pubbliche dellaSoprintendenza Archeologia del Piemonte per i lavori per la posa del metanodotto Vercelli – Cavaglià.

Per ogni lavoro pubblico o di interesse pubblico, infatti, il Codice degli Appalti Pubblici (D.Lgs. 163/2006) prevede indagini preventive e approfondimenti di vario livello ad opera di archeologi professionisti sotto la direzione scientifica della Soprintendenza, in modo da individuare eventuali “anomalie” di natura archeologica così da intervenire prontamente per non danneggiare i resti archeologici, da un lato, e non causare successivi ritardi nelle opere, dall’altro.

Nell’ambito di questo intervento, condotto in stretta collaborazione con Snam Rete Gas e con l’Impresa Trecolli S.p.a., gli archeologi hanno individuato, sia durante la ricognizione, sia con lo scotico di superficie, appunto alcune “anomalie”, cioè tracce nel terreno di colore diverso, presenza di frammenti di ceramica, tutti segni che all’occhio dell’archeologo indicano una presenza antica dell’uomo. Queste tracce sono state tutte verificate, individuando così antichi segni di arature, resti poveri di capanne provvisorie e recinzioni per animali e, soprattutto, questo piccolo ma interessante nucleo di tombe ».

Quali tipo di tombe sono state indagate ? « La necropoli conta una decina di tombe entro fossa a incinerazione indiretta (cioè il defunto era posto su una pira, l’ustrinum, a parte, dove veniva cremato e poi le ceneri raccolte con il corredo entro la fossa). In un caso abbiamo una bella cassetta in mattoni. Le sepolture sono tutte di età romana, per ora – dato che lo studio puntuale deve ancora essere fatto – databili al II secolo d.C., ma già da adesso si può dire che si vedono dei piccoli nuclei raggruppati, con tombe che in parte si sovrappongono fra loro, che quindi farebbero ipotizzare generazioni successive della stessa famiglia. Al momento i materiali del corredo e le terre trovate internamente alle tombe sono in studio presso il Laboratorio di Restauro della Soprintendenza. Lo studio nel dettaglio ci fornirà dati sulla composizione del nucleo funerario ».

Che tipo di materiale è stato recuperato ? « I materiali rinvenuti all’interno delle sepolture sono il corredo con cui veniva “accompagnato” il defunto nel suo viaggio nell’aldilà. Tutte conservano, oltre all’urna cineraria, gli oggetti di uso comune, come olle e brocche, ma anche materiali di un certo pregio come balsamari – portaprofumi in vetro, pendagli di collane in pasta vitrea, ecc. Nella tomba in laterizi abbiamo anche rinvenuto uno specchio in bronzo pressoché integro » .

I materiali recuperati saranno esposti ? « Come dicevo, i materiali per prima cosa saranno sottoposti a restauro e, per le terre di rogo e quelle contenute nelle urne cinerarie, verrà eseguito un micro-scavo in laboratorio. A questo punto i materiali e tutto il contesto rinvenuto (le tombe ma anche il tratto di strada con ancora i segni dei carri individuato nelle vicinanze) sarà studiato in modo da dare la giusta informazione sia alla comunità scientifica sia al pubblico, vercellese e non, interessato alla archeologia del territorio vercellese. Quindi si cercheranno le forme più opportune di comunicazione e valorizzazione, anche avvalendosi dei musei locali presenti sul territorio (il Museo Archeologico della Città di Vercelli – Mac intitolato a “Luigi Bruzza”, inaugurato lo scorso anno, e il nascente Museo Archeologico del Vercellese Occidentale che la Soprintendenza sta allestendo a Livorno Ferraris) ».

Nella stessa zona di Pragilardo nel 1874 erano emerse altre tombe dove era stato ritrovato anche un tintinnabulum in bronzo, un unicum al mondo ora conservato al Museo Leone di Vercelli; sempre nel territorio di Santhià è stata ritrovata anche un’ascia in bronzo, conservata al Museo Leone.

(VercelliOggi, 10.9.2015)

CHI SIAMO

«Për fé fòra un pòpol, a s’ancamin-a co’l gaveje la memòria. As dëstruvo ij sò lìber, soa coltura, soa stòria... ».

SOCIAL
CONTAT

Piassa dl’Oratòri ‘d Don Bòsch 15030 Ël Sumian / Occimiano (AL) | e-mail: giovpiem@yahoo.it

.

Torna su