Continuano a dire maliziosamente che «la Cittadella è salva».
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Stanno giocando con le parole: nessuno parla delle gallerie distrutte e continuano a volere un parcheggio nel bel mezzo di un’area archeologica unica.
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A Roma non sanno nemmeno dove sia Torino. Le memorie storiche del popolo piemontese devono essere gestite dai Piemontesi.
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Che il ministro dei beni culturali risponda in aula, in tempi ragionevoli, a un’interrogazione parlamentare (on. Stefano Allasia) sulla situazione dei reperti rinvenuti durante lo scavo per il parcheggio di corso Galfer è una buona cosa. È però un po’ preoccupante il contenuto della risposta medesima, che dimostra che il ministro Franceschini non ha contezza del motivo del contendere (afferma che la Cittadella è salva…).
Certo, il ministro non può sapere tutto e le risposte alle interrogazioni vengono compilate dai suoi uffici, ma è proprio qui il problema: si dimostra ancora una volta che a Roma non sanno nemmeno dove sia Torino.
Senza contare che la tutela della nostra identità storica, quindi dei nostri beni culturali, andrebbe gestita dalla Regione – ente che dovrebbe (dovrebbe…) rappresentare i Piemontesi – e non dalle soprintendenze, articolazione locale del sempre più lontano ministero romano. Ah già… dimenticavamo. Con un colpo di penna, o di decreto se più vi piace, il governo italiano ha appena abolito le soprintendenze. Cancellate. Kaputt. Da ora vale il silenzio-assenso e si potrà così costruire a gogò, senza più alcun timore di quel minimo di controllo che, bene o male, svolgevano ancora.
Da oggi passa tutto alle prefetture, come nel Ventennio. Notare: non alle Regioni, ma all’articolazione diretta del ministero dell’interno italiano in Piemonte. Peggio che nei peggiori paesi coloniali e che nelle nazioni più arretrate. D’altronde, per l’italia la memoria storica piemontese è o non è un intoppo?
XVII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell’Assemblea
Seduta n. 476 di mercoledì 5 agosto 2015
(Iniziative volte a tutelare il complesso delle gallerie del museo civico Pietro Micca di Torino – n. 3-01663)
PRESIDENTE. L’onorevole Allasia ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01663, concernente iniziative volte a tutelare il complesso delle gallerie del museo civico Pietro Micca di Torino (Vedi l’allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente, grazie Ministro. L’interrogazione innanzitutto è per capire e comprendere la capacità di conoscenza da parte del Governo e del Ministero stesso delle vicende. Infatti nel periodo di maggio-giugno sono cominciati i lavori e gli scavi per il parcheggio sotterraneo in corso Galileo Ferraris e sono state scoperte e distrutte, abbattute a tradimento, anche delle gallerie importanti e storiche del Seicento. Perciò la nostra richiesta al Ministro è che venga a richiedere, anche dopo il blocco del soprintendente Micheletto, il blocco degli schiavi e chiarisca qual è l’interesse e la volontà del Governo stesso.
PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Grazie Presidente. La questione che è stata sollevata riguarda una vicenda complessa, che è connessa con la realizzazione di un parcheggio interrato di quattro piani sul sedime di un corso centrale urbano, corso Galileo Ferraris, che è affidato in concessione dalla città di Torino ad una società privata, in un’area marginale di questo sedime, che è occupato dall’antica Cittadella militare smantellata nel 1856. È da premettere che in precedenza era stato rilasciato da parte dell’ex direzione generale per i beni culturali, sentite le sovrintendenze, un parere preliminare favorevole all’intervento, condizionato ad opere di sistemazione, restauro e valorizzazione di eventuali ritrovamenti archeologici, quindi condizionandolo a questo.
I lavori che sono partiti a novembre 2014 hanno evidenziato la scoperta e la presenza di resti del sistema fortificato, via via più significativi: bastioni, terrapieni e fossati che cingevano la Cittadella nonché tratti delle gallerie di comunicazione tra i vari ambienti. In ragione di questo complesso quadro che si è delineato, i lavori sono stati sospesi. Si è interessato direttamente il direttore generale archeologia, dottor Famiglietti, che è andato a compiere un sopralluogo e ha ascoltato le richieste delle soprintendenze relative alla conservazione e alla valorizzazione dei resti delle strutture e delle gallerie del bastione degli invalidi.
Ad oggi la società concessionaria sta elaborando un progetto di variante, chePag. 70pure essendo questo appreso in via informale, dovrebbe ridurre la superficie del parcheggio, rendendo possibile la conservazione delle grandi gallerie curvilinee emerse, racchiudendole in un’area archeologica accessibile direttamente dal sovrastante piano pedonale.
Al tempo stesso, la variante prevede di rendere accessibile un’altra importante testimonianza della presenza della Cittadella, cioè un forte sotterraneo di controguardia ancora perfettamente conservato sotto il sedime stradale.
Infine, voglio precisare che, nel corso delle opere, non sono stati abbattuti, come è stato detto, importanti resti della Cittadella, ma unicamente e previa autorizzazione della commissione regionale di controllo del patrimonio culturale, un tratto di una galleria di contromina, già interrotta e parzialmente crollata.
Da notizia assunta anche presso la competente sovrintendenza delle belle arti di Torino, risulta che la città di Torino ha scelto di chiudere al pubblico parte delle gallerie della Cittadella accessibili dal museo Pietro Micca e questa vicenda non ha alcuna relazione con i lavori del parcheggio.
Concludo precisando che lo scorso 17 luglio la sovrintendenza archeologica del Piemonte ha notificato alla città di Torino l’avvio del provvedimento per la verifica dell’interesse culturale di quei resti delle fortificazioni urbane afferenti alla seicentesca Mezzaluna o Rivellino degli invalidi per le ragioni che sono contenute in una dettagliata relazione storico-archeologica.
PRESIDENTE. L’onorevole Allasia ha facoltà di replicare per due minuti.
STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. La ringrazio della risposta molto dettagliata. Mi fa piacere la sua conoscenza storico-artistica del sottosuolo del comune di Torino. Indubbiamente, innanzitutto, c’è da fare la valutazione oggettiva che ci deve essere la capacità e la proprietà delle gallerie, del Pastiss, del cunicolo che collega Rivellino con la Cittadella e tutto quello che ha citato nella sua relazione. Infatti, oggi come oggi è ancora sotto proprietà del demanio militare. È nostra proposta già da tempo, essendo gallerie militari del 1600 e del 1700, far passare dalla proprietà dal demanio militare almeno alla competenza regionale, se non comunale, indubbiamente con trasferimento di fondi per il mantenimento.
Oggi, come ho anche ribadito, ci sono alcune gallerie che sono state chiuse per mancanza dei fondi da parte dei vari Ministeri competenti, uno è il suo. Ma ribadisco sempre il concetto che la proprietà è esclusivamente militare. Perciò, dovrebbe essere in primis altro Dicastero ad occuparsene. Nella fattispecie di questo evento, noi speriamo che ci sia la possibilità di evitare colpi di mano per possibili, eventuali incidenti futuri, come è già stato ipotizzato dalla sovrintendenza.
La nostra conoscenza è che alcune parti delle gallerie sono già state abbattute e non è possibile accedere. Abbiamo la fortuna, ce l’ha anche descritta, che i lavori sono fermi e c’è la possibilità di modificare. Noi dobbiamo vincolare e tutelare questi beni, perché se Torino è come la vediamo oggi lo dobbiamo soprattutto al sacrificio di Pietro Micca e alle sue gallerie.
6.8.2015