Distruzioni alla Cittadella di Torino: per la banda del Comune adesso il problema è il "buco". I Torinesi (e l'intelligenza) ancora presi in giro

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L’audizione del 9 Luglio 2015 in Comune (foto Francesco Biasi)

Audizione ieri in Comune della II e V commissione con le soprintendenti Micheletto e Papotti in merito al cantiere che sta distruggendo i reperti della Cittadella di Torino. La pretesa è ancora adesso quella di scavare un parcheggio nel bel mezzo di un’area archeologica.

È stato un incontro inutile all’insegna dell’arroganza e della sufficienza, dove assessori e consiglieri hanno usato tutte le premure per non confrontarsi con i cittadini, affluiti in gran numero sotto le insegne del Comitato Pietro Micca. Cittadini trattati con sufficienza da parte dei gestori del potere, ben rappresentati dal gesticolante presidente Mimmo Carretta, il pulcinella della politica “torinese”, che ha concesso ben 3 minuti di tempo al Comitato rappresentante delle istanze di oltre 5.000 persone che hanno sottoscritto la petizione per fermare i lavori.

Un’ulteriore presa in giro per i Torinesi. Dopo che il loro patrimonio storico e identitario ha subìto un danno incalcolabile con la distruzione – avvenuta nel segreto – di oltre 150 metri della Galleria magistrale della Cittadella, ora dovrebbero anche assistere in silenzio mentre una Giunta comunale totalmente incompetente rivolta la frittata per difendere un progetto indifendibile sotto ogni aspetto e che sta suscitando lo sdegno dei cittadini.

Un’ignobile sceneggiata, la cui sintesi è “sfuggita” a qualche giornalista, che ha ritenuto quale esito della discussione le sole parole di Silvio Viale, personaggio al limite del folcloristico, ma vero portavoce morale della maggioranza comunale, la cui incompetenza in materia di beni storici non è seconda a nessuno: “rischio voragine per molti anni”. Sic!

Già, perché al di là della propaganda di Fassino sulla presunta e tutta da verificare “valorizzazione” dei reperti rinvenuti, da parte del Comune non c’è alcuna intenzione non solo di prendere in considerazione l’idea di un parco archeologico – come proposto dal Comitato – ma nemmeno di ricoprire di terra quanto hanno criminalmente in gran parte distrutto.

E neanche la riduzione del parcheggio pare essere all’ordine del giorno. Pur di non rinunciare ai 4 milioni di euro stanziati dalla Regione sono disposti a scavare ancora più in profondità per non perdere posti auto e contributi pubblici. L’«alternativa» (leggi: il ricatto) che vogliono imporre ai Torinesi è una buca che rimane aperta per anni in corso Galileo Ferraris. Ed è per evitare questo rischio, sventolato da Viale e La Ganga (!) che noi dovremmo preferire un parcheggio sotterraneo proprio fra la Mezzaluna des Invalides e il Pastiss – come dire: anche se il parcheggio non si doveva fare, andiamo avanti lo stesso – rinunciando a un monumento simbolo della nostra storia e a un’attrattiva turistica unica a mondo.

Per questi consiglieri ideologizzati e fuori del mondo, ai quali di Torino e della sua storia non frega niente, il problema non sussisteva, perché le gallerie “non dovevano trovarsi lì”. E se c’erano, per loro non erano comunque importanti. E se lo fossero anche state non giustificavano in ogni modo l’arresto del “progresso” della città, simboleggiato dai semivuoti parcheggi in centro (strategici e intoccabili per quella testa fine dell’assessore Lubatti).

E non è tutto: la Soprintendenza ha rivelato che nel 2007 il piano parcheggi prevedeva addirittura l’estensione dello scavo di corso Galileo Ferraris fino a via Cernaia, il che avrebbe portato all’abbattimento anche del Bastione del Duca. Ma a loro andava bene così: non ce l’avrebbero detto comunque e basta.

Non dimentichiamo che, se i Torinesi non fossero intervenuti denunciando le demolizioni già in corso dietro la recinzione del cantiere, alla distruzione della Galleria magistrale sarebbe seguito lo spianamento di tutta quell’area di Cittadella sotterranea venuta alla luce. Si sarebbe perso tutto, come è successo in piazza Carlina, e prima ancora in piazza Vittorio, in piazza San Carlo, in piazza Emanuele Filiberto, a Porta Palazzo… Come probabilmente sta avvenendo in via Sacchi, dove stanno scavando per un parcheggio sotterraneo in zona gallerie senza la presenza di un solo archeologo. Sbattono giù tutto, tolgono l’identità a Torino, cancellano la sua storia e non ce lo dicono: ci prendono per il naso e ce la spacciano ancora come una conquista.

La nostra azione proseguirà fino in fondo, nell’ambito del Comitato Pietro Micca, anche accertando nomi e cognomi dei responsabili di tali scempi. Le cooperative toscane, se proprio vogliono, vadano a scavare un parcheggio sotto il Campo del Palio di Siena. Ah, già, ma la storia del Piemonte forse vale meno. Per loro. Ma per noi non è così, la nostra storia da oggi non si tocca più.

10.7.2015


ComitatoPietroMicca

Comitato Pietro Micca – 338 4334539 – 339 2100604 – per adesioni: comitatopietromicca@libero.it

► Gruppo Salviamo il patrimonio archeologico della città di Torino. La Cittadella

 PETIZIONE: Modulo cartaceo scaricabile .pdf (da stampare in fronte/retro)

Comitato Pietro Micca – Modulo cartaceo di adesione

Vogliamo far sentire la nostra voce far leggere i nostri messaggi, per ribadire insieme che il Parco Archeologico Pietro Micca è possibile e diverrebbe il centro di un Polo museale che comprenderebbe il Pastiss (fortezza del 500), il Museo Pietro Micca e il Maschio della Cittadella. Che col turismo si fa economia, che i nostri giovani vivranno di quello che siamo riusciti a salvare e non certo di parcheggi.)


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