Fino al 1989 era una piccola piazza con in mezzo una collinetta alberata. Una tranquilla e ombrosa oasi del vecchio Torino fin de siècle. Fino a quando il Comune l’ha adocchiata e ne ha decretato la distruzione. Il motivo: “valorizzarla”, trasformandola nel capolinea della nuova linea 3 della cosiddetta “metropolitana leggera”, un sistema ibrido di trasporto su rotaia in superficie che si avvale parzialmente di corsie riservate.
Come al solito a Torino gli interessi sono stati più forti delle proteste, delle manifestazioni, delle raccolte di firme e delle denunce dei cittadini che si erano opposti con forza a un’inutile scempio, facilmente evitabile semplicemente spostando il capolinea.
Nel luglio 1988, in piena estate, quando la gente va in ferie, le ruspe hanno dimezzato la collinetta; l’altra metà è diventata una stazione. Anche il sottostante corso Gabetti è stato diviso in due per ricavare la corsia riservata al tram; le panchine sotto gli alberi sono state sostituite da un trincerone che impedisce l’attraversamento del viale, alle auto come ai pedoni, in tutta la sua lunghezza. La Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici aveva autorizzato i lavori… il 22 dicembre.
Oggi piazza Hermada è un luogo completamente degradato e imbruttito. Dal 18 ottobre 2010 il maxitram 3 è diventato un autobus a causa dei lavori in corso Regina. Così lo descrive www.tramditorino.it: «È una linea da sempre abbastanza malfamata: nei primi anni di vita poiché raggiungeva il quartiere Vallette, per anni simbolo di degrado e disagio in Torino, oggi invece è spesso frequentata da piccoli delinquenti e spacciatori che vivono nei pressi di corso Regina Margherita e Porta Palazzo (GTT e le forze dell’ordine si sono impegnati in una difficile lotta che, purtroppo, sono ancora lontani dall’aver vinto)».
Oggi ci sarebbe spazio per ripristinare l’antico assetto di piazza Hermada restituendole un aspetto consono al luogo e all’architettura circostante – prima che qualcuno ne gaboli un ulteriore stravolgimento. Riportando indietro il capolinea del 3 – sempre che questa linea serva ancora – sparirebbe anche il trincerone che taglia in due corso Gabetti. Non sarebbero necessari tanti studi… ma forse potrebbe rivelarsi proprio questo il problema.
L’occasione sarebbe anche quella di restituire a quel luogo il suo nome, Pont Trombëtta.
A proposito: l’Ermada (o Hermada) è una collina di poco più di 300 metri in provincia di Trieste, ai confini con la Slovenia, che fu teatro di battaglie nel corso della grande guerra. Alzi la mano chi lo sapeva.
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Pont Trombëtta
Ai piedi della collina torinese, all’imbocco della strada di Val San Martino, nella seconda metà del XIX Secolo si forma la frazione Pont Trombëtta, dal nome del ponticello sul rio San Martino. I primi edifici, a due/tre piani, vengono costruiti lungo il fronte via, fra le attuali via Luisa del Carretto (strada privata Itala Film), piazza Hermada e strada di Val S. Martino.
Nel primo Novecento si aggiungono villini a tre/quattro piani. Piazza Hermada si forma con la copertura del rio San Martino e la conseguente sparizione del Pont Trombëtta.
(NoiAmiamoTurin)