Si è chiusa a mezzanotte di martedì 16.6 la petizione on line per salvare le gallerie della Cittadella di Torino con all’attivo le firme di 5.203 cittadini, che hanno sottoscritto il nostro appello in poco più di una settimana.
Il giorno dopo la 2° commissione del Comune, riunitasi per l’approfondimento dell’interpellanza del 3 Giugno (Vittorio Bertola, Chiara Appendino, Fabrizio Ricca) non ha fornito nuovi elementi rilevanti, se non l’allungamento dei tempi del pronunciamento delle Soprintendenze (altri dieci giorni).
Continua quindi il curioso rimpallo delle responsabilità fra Comune e Soprintendenza. Oggi l’assessore Lubatti dichiara a CronacaQui che il Comune è in attesa del pronunciamento delle due Soprintendenze, mentre la soprintendente Egle Micheletto dice a La Stampa che loro sono in attesa che il Comune si pronunci su come intende preservare le gallerie. Un giochetto che, intanto, allunga i tempi e mette i reperti a rischio di colpi di mano o di possibili “incidenti”.
La maggioranza difende ancora a oltranza posizioni che giorno per giorno sono sempre più deboli, vale a dire che a seconda di cosa dirà la Soprintendenza si “modificherà” il progetto del parcheggio oppure si spianerà tutto, alla faccia di cosa ne possano pensare i cittadini.
La proposta del Comitato Pietro Micca, difesa dalle opposizioni e da qualche coraggioso dissidente, è invece assai chiara e alternativa e non lascia spazio a compromessi al ribasso. L’importanza dei ritrovamenti è tale da giustificare il blocco definitivo del cantiere e la successiva costruzione di un Parco archeologico con il recupero di nuove gallerie. Il Parco, che valorizzerebbe adeguatamente la Torino sotterranea, diverrebbe un’attrattiva unica al mondo e darebbe alla città un nuovo grande monumento simbolo della propria storia. Le gallerie, che sono stati abbattute a tradimento e nel silenzio generale, dovranno essere ricostruite, i collegamenti ripristinati e il Pastiss reso accessibile attraverso gli stessi.
In effetti ciò che il Comune finge di non capire – aspettando il via libera da una Soprintendenza che negli ultimi tempi si è dimostrata, a dir poco, compiacente e superficiale – è che il mantenimento della Cittadella sotterranea è totalmente incompatibile con la realizzazione del parcheggio interrato, anche a fronte di modifiche al progetto, poiché i muri e le gallerie finirebbero sospesi a mezz’aria!
Se proprio vogliono costruire il parcheggio – inutile per la cittadinanza, secondo dati diffusi in rete in queste ore – vadano a farlo più in là, dove non si corre il rischio di interferire con reperti storici così preziosi. Ah, ma in posizione meno centrale i parcheggi pertinenziali messi in vendita a caro prezzo avrebbero meno valore…
Appare palese che l’interesse primario del Comune non è la valorizzazione della storia di Torino, bensì la costruzione del parcheggio ad opera di imprese inserite in un complesso sistema di scatole cinesi che conduce in Toscana e fa perdere le proprie tracce in Lussemburgo. I ritrovamenti sono soltanto un incidente di percorso – peraltro previsto – che si è cercato di eludere, come di consueto, mettendo i cittadini di fronte all’irreparabile.
Ieri abbiamo diffuso la famosa lettera della direzione infrastrutture e mobilità del Comune, commentata nell’immagine qui sotto, che ci sembra piuttosto eloquente: la nostra storia ridotta a un segno di colore sul pavimento di un parcheggio.
(segue dopo la fotografia ▼)
La reazione della maggioranza in Comune, scoperta a manovrare ai danni della nostra storia, appare sempre più disorientata. Giusi La Ganga arriva addirittura a giustificare il parcheggio perché senza quei lavori nessuno avrebbe visto quella parte dell’antica Cittadella. Già, ed era in ottime condizioni da oltre tre secoli, se non l’aveste vista non l’avreste in buona parte distrutta …
Ma il colmo lo si raggiunge con l’ineffabile Viale (che definisce la nostra azione una “ciarlatanata”), che ormai si lascia andare a forme di velato ricatto. Tacendo per ora sui fatti di martedì 16 (dei quali riferiremo non appena avremo informazioni più precise), sulla Stampa di oggi appare un messaggio trasversale, il cui tenore è pressapoco questo: ho paura che, con tutti i soldi che spenderemo per modificare (sic!) il parcheggio, non ne resteranno più per l’accesso al Pastiss.
Si tratta di un “avvertimento” (come nel caso del cesso del 2013) ai danni di chi ha lavorato per decenni al recupero del forte cinquecentesco e viene così minacciato di non poterlo aprire alle visite. È inoltre una vera invasione di campo con la quale Viale torna a disprezzare gli ultimi ritrovamenti sfoggiando una buona dose di saccenza e un bel po’ di ignoranza in merito alle gallerie della Cittadella («Sono uguali. Vista una, viste tutte», ha perfino scritto in un messaggio). Evidentemente scavando sottoterra si scende sempre più in basso.
(18.6.2015)
AGGIORNAMENTO: Non è la ruspetta gialla di prima ma una arancione molto, molto più grande e c’è anche una nuova strada nell’area dei ritrovamenti.
UNA LETTERA DALL’AUSTRALIA: SIA FATTO IMMEDIATAMENTE ARGINE ALLA STUPIDITÀ E AL MASOCHISMO DEGLI AMMINISTRATORI DI TORINO!
È un appello che viene da in capo al mondo, ma nasce nelle radici del cuore, sia come profondo amante della magica città di Torino e sia come ex presidente dell’Associazione Guide Turistiche Assoguide di Torino nel 1983-1985 (con licenza della Regione Piemionte n.55 del 16/3/1983).
Per molti anni ho trasferito ai turisti stranieri la gioia e il privilegio di vivere in un luogo così ricco di storia e cultura; per questo oggi non posso accettare di dover decantare le bellezze di Torino ai tanti curiosi turisti di Australia e Nuova Zelanda con la consapevolezza che i suoi amministratori sono divenuti sordi, ciechi e indegni dei loro grandi predecessori dei secoli passati.
Confermo che se in Nuova Zelanda e Australia, due civilissimi paesi ad alta densità di persone oneste e competenti, avessero anche solo un decimo delle ricchezze storiche e artistiche che possiede Torino le proteggerebbero con amore e convinzione dai tanti, troppi, nuovi vandali, tanto ignoranti quanto arroganti, armati di ruspe e burocrazia, con pochi ideali nel cuore, ma tanti interessi in tasca, che affollano oggi il mio amato Piemonte.
Fiorenzo Peloso
Christchurch NZ
Agente di Viaggi e Tour Operator
CHIUSA LA PETIZIONE ON LINE SI CHANGE.ORG A 5.203 FIRME IN POCO PIU’ DI UNA SETTIMANA.
SI RACCOLGONO ANCORA FIRME E ADESIONI IN FORMA CARTACEA
► Modulo cartaceo scaricabile .pdf (da stampare in fronte/retro)
Chi tace… acconsente! Questa è l’ultima chicca che ci riservano i cosiddetti modernizzatori: per realizzare un parcheggio si demoliscono le gallerie della Cittadella dove Pietro Micca si era sacrificato per impedire l’accesso alle truppe francesi… eppure bastava traslare il cantiere di qualche decina di metri… e dire che esistevano le mappe della zona, bastava consultarle. La bella addormentata (La sovrintendenza) era latitante mentre il consiglio comunale a maggioranza giudicava l’opera indifferibile!
In conclusione, si smantellava in sordina un unicum di livello mondiale che in altri paesi sarebbe stato ampiamente sfruttato generando ricchezza!
A va nen bin, madama la marchèisa! Distruggere la storia del Piemonte per ricoverare qualche auto in più è pura follia.
Per opporsi all’ineluttabile è stato creato il Comitato (apartitico) a cui tutti possono liberamente aderire!
(Bruno Lanteri)
www.pietromicca.org | info@pietromicca.org | comitatopietromicca@libero.it | 3384334539 | 3392100604 | Gruppo FB Salviamo il patrimonio archeologico della città di Torino. La Cittadella
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