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La “vittoria di Pietro Micca” sul parcheggio annunciata con titolo troppo trionfalistico su La Stampa dell’altro ieri rischia di minimizzare gli avvenimenti.
Due piccole battaglie sono state vinte, questo è certo. Innanzitutto quella dell’omertà. La notizia del rischio che corre la Cittadella sotterranea di Torino, dopo la denuncia di Viviana Ferrero e di Gioventura Piemontèisa, ha mobilitato migliaia di persone sui social network al punto di rimbalzare su televisioni e giornali.
Oramai uno scempio inverecondo si era consumato all’insaputa di tutti, dietro il trincerone che nasconde il cantiere dagli sguardi indiscreti, quando si sono abbattute a tradimento le gallerie che si snodavano dal Pastiss, per metterci tutti di fronte al fatto compiuto. Erano state rinvenute in condizioni eccellenti; i nostri vecchi piemontesi ci sapevano fare. E non era robetta da poco, tanto che l’opinione preminente in questi giorni non lascia spazio a mezze misure: dovranno essere ricostruite per ripristinare i collegamenti. Punto. Non sarà più la stessa cosa, ma è il minimo che si possa fare, dal momento che gli archeologi del Museo Pietro Micca, che hanno preteso ed ottenuto almeno di poterle smontare un mattone alla volta, hanno conservato i laterizi.
Non dimentichiamo che l’unicità del Pastiss, la fortificazione esterna costruita tra il 1572 e il 1574 e svuotata in quarant’anni di lavoro degli studiosi e volontari del Museo Pietro Micca, ne fa uno dei monumenti più importanti di Torino.
L’altra vittoria riportata è la salvezza della galleria che mette in comunicazione il Rivellino des Invalides e la Cittadella, datato 1689 e rinvenuto il 5 giugno. La soprintendente Egle Micheletto dopo un sopralluogo ha confermato che il progetto dovrà essere modificato per salvarla.
I lavori si sono pertanto fermati almeno intorno ai nuovi ritrovamenti, anche se la maggioranza PD–Moderati in Comune ─ con una buona dose di sfrontatezza ─ l’8 giugno ha votato per la loro prosecuzione a oltranza, bocciando la mozione del Movimento Cinque Stelle, Lega Nord e Sel.
Gli esponenti della maggioranza, al di là delle dichiarazioni di circostanza, non mostrano interesse per le scoperte archeologiche, per l’importanza che rivestono per la storia di Torino e del Piemonte, né per la grande attrattiva turistica che rappresenterebbero. Per il Comune l’opera strategica e fondamentale è il parcheggio e l’unica giustificazione è una presunta autorizzazione della Soprintendenza, quasi questa li obbligasse a demolire. Ma solo il giorno prima era venuto fuori che le autorizzazioni non sono “definitive”, quindi in realtà non ci sono; a novembre si è iniziato a scavare senza permesso.
Pietro Micca non ha ancora vinto, anzi, è appena iniziata.
La Cittadella di Torino non si limitava ad opere visibili, gli edifici esterni furono demoliti a partire dal 1856, ma le opere sotterranee rimasero pressoché intatte. Quella mirabile opera ingegneristica, ammirata in tutta Europa, fu determinante per la Vittoria sull’assedio franco-spagnolo del 1706. In caso di sconfitta gli Stati di Savoia sarebbero stati annessi alla Francia e la storia avrebbe seguito un altro corso. Allora ne erano tutti ben coscienti, tant’è che per ringraziamento si costruì addirittura la Basilica di Superga e il 7 Settembre diventò la Festa nazionale degli Stati di Savoia, con tanto di accensione di lumini votivi la sera alle finestre. Là sotto ci sono 14 chilometri di opere difensive, realizzate dal 1564 ai primi del Settecento: un monumento straordinario e unico al mondo, che è un obbligo di civiltà recuperare, studiare e valorizzare.
Il cantiere va chiuso, senza se e senza ma. Costruire proprio lì un parcheggio di quattro piani sottoterra è un’idea criminale che non avrebbe dovuto nemmeno essere ipotizzata.
Il complesso sotterraneo della Cittadella di Torino dovrà essere progressivamente recuperato per intero. Averne progettato la scomparsa per farci sopra un parcheggio è stata un’azione delittuosa. Avere proposto di sostenere la realizzazione di un semplice accesso al Pastiss quale compensazione per operare un disastro di ciò che di certo un giorno sarà dichiarato patrimonio dell’umanità significa avere pensato di potere comprare la nostra storia con una manciata di perline colorate.
Sarà battaglia, giacché abbiamo a che fare con degli iconoclasti immemori, che per interesse e per odio ideologico non hanno esitato in questi ultimi anni a devastare decine di memorie storiche di Torino. Il loro obiettivo è il luna park, il divertimentificio preorganizzato, la città dell’uomo nuovo senza radici e senza memoria. Dopo il passaggio di quest’orda rischiamo di ereditare una città impoverita e deturpata. Per tre secoli capitale di un grande Stato europeo, Torino rischia di essere trasformata in pochi anni nella brutta copia di una città qualunque di un paese emergente.
Chi è stufo di vedere concretizzarsi in cementificazione tutto il rancore di questi nostri amministratori si troverà VENERDì PROSSIMO 12 GIUGNO ALLE 20.00 ALLA CITTADELLA, dove nascerà il «COMITATO PIETRO MICCA», con il primo obiettivo dichiarato di bloccare il cantiere.
11.6.2015
La discussione arriva alla Regione Piemonte, co-finanziatrice del parcheggio interrato che sta distruggendo la Cittadella sotterranea di Torino, con un’interrogazione del cons. Alessandro Benvenuto (Lega Nord): “In che modo la Regione intende intervenire per garantire la tutela dei beni storico-architettonici rinvenuti in Corso Galileo Ferraris?”
AGGIORNAMENTO
Sopralluogo oggi, 11 Giugno, al cantiere di una commissione di consiglieri comunali.
Finalmente qualcuno ha capito…
(Viviana Ferrero)
Purtroppo i muri abbattuti sono già in sacchi per le macerie.
Grazie a Gioventura Piemontèisa per aver sollevato il problema, ora tutti insieme uniti per fermare lo scempio!
(Fabrizio Ricca)
MA I LAVORI SONO PROPRIO FERMI? Nell’area dei ritrovamenti superstiti non si dovrebbe toccare nulla, almeno da martedì 9, cioè da quando il Consiglio Comunale ha così deciso. Giudicate un po’ voi.