Il Comune distrugge un'altro pezzo importante della storia di Torino

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Presidio di controllo contro lo sventramento delle Gallerie di Pietro Micca
 
La mattina del 2 giugno alle ore 9 si terrà un «presidio di controllo» di una delegazione di Gioventura Piemontèisa in corso Galileo Ferraris angolo via Bertolotti, davanti al monumento ai Bersaglieri.
 
Il Comune ha infatti intenzione di distruggere i resti della Cittadella sotterranea emersi dagli scavi per il parcheggio di corso Galileo Ferraris.
Se ciò dovesse verificarsi sarebbe un fatto di inaudita gravità, che cancellerebbe per sempre un’importante testimonianza della storia di Torino e del Piemonte, sacrificata all’ennesimo parcheggio di dubbia utilità, con il consueto avallo della Soprintendenza.
 
L’iniziativa intende portare l’attenzione sulla necessità di sospendere gli scavi e di modificare il progetto, per recuperare e valorizzare tali importanti rinvenimenti. Essi, in quanto testimonianza della storia della città, sono un bene intangibile che deve essere tramandato alle generazioni future e che non può per nessuna ragione venire compromesso.

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Salviamo il patrimonio archeologico della città di Torino. La Cittadella

Nei lavori di realizzazione dell’ennesimo inutile parcheggio sotterraneo (in questo caso quello sotto corso Galileo Ferraris) sono stati ritrovati importanti resti della parte sotterranea della Cittadella di Torino. Sono emersi, come d’altronde previsto, la muratura di contenimento del rivelino Des invalides e alcune gallerie di contromina, delle quali una collegata al Pastiss, la fortificazione esterna costruita tra il 1572 e il ’74.

In qualsiasi altra parte del mondo si sarebbe provveduto al loro restauro e alla loro valorizzazione. Per citare un esempio, quando durante i lavori per la costruzione di una linea del metrò di Vienna si rinvenirono resti di importanza nemmeno paragonabile a quelli di Torino, invece di sbancare tutto come avrebbero fatto in Italia, si modificò il progetto e si costruì la stazione della metropolitana attorno ai ritrovamenti, che vennero così riportati alla luce e valorizzati.

A Torino, invece, hanno appena dato la notizia della loro demolizione totale nelle prossime ore.

Foto tratta da “La Stampa”

Il direttore del Museo Pietro Micca, il generale Sebastiano Ponso, ha dichiarato: «In tempi non sospetti (5 anni fa) dissi che non sarebbe stato opportuno costruire un parcheggio lì sotto, ma sono rimasto inascoltato».

Ci saranno le solite “compensazioni”, vale a dire si tireranno fuori quattro soldi per valorizzare in qualche modo quanto rimarrà, ma i resti di questo capolavoro di ingegneria militare del XVI secolo spariranno per sempre, lasciando spazio al biasimo dalle generazioni future.

La cosa che lascia sconcertati, e ciò che per noi rappresenta il vero scandalo, è che l’Ente che dovrebbe essere preposto alla salvaguardia dei nostri Beni culturali, vale a dire la Soprintendenza (che dipende da uno Stato italiano che pretende di avere la tutela esclusiva del patrimonio culturale piemontese) anche questa volta è connivente e complice degli scempi perpetrati a Torino.

Soprintendenza e Comune sono entrambi emanazioni locali del corrotto e criminogeno stato italiano, che non dovrebbe poter metter becco sulla plurimillenaria storia piemontese; invece ad oggi, grazie all’ignavia e alla totale mancanza di coraggio dei Piemontesi, questo stato nemico detta legge sulle nostre memorie storiche e sulle testimonianze della nostra identità secolare.

In Svizzera avrebbero immediatamente tenuto un referendum cittadino per decidere sulla prosecuzione dei lavori, ma nella repubblica del caciocavallo un’iniziativa del genere è impensabile. E allora, avanti con le ruspe per la realizzazione dell’ennesima superflua opera pubblica buttata lì con l’unico scopo di generare profitto e tangenti per i soliti amici degli amici (ma queste cose, per carità, non bisogna neanche dirle…).

È l’ovvia conclusione di un processo sbagliato che ha portato a dare in mano a gente estranea e ostile alla nostra cultura la gestione del nostro passato e del nostro presente. Sbagliate le premesse, sbagliato il percorso, disastrose le conseguenze.

30.5.2015

 Il cantiere rivela i resti della Cittadella di Torino: «Il Comune non li distrugga» (Il Bicerin)
 Verranno distrutte le gallerie della Cittadella scoperte durante gli scavi del parcheggio (QP)

 2013: Cosa c’è dietro la chiusura delle gallerie di Pietro Micca?

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