“Sembra abitudine ben radicata in moltissimi comuni di tenere l’identità Subalpina nei cassetti in pasto ai tarli”
Benché una legge ne obblighi sempre l’esposizione (LR 15/2004) sui loggiati comunali Piemontesi del vessillo regionale (Drapò) accanto al tricolore e a quello dell’Europa sembra abitudine ben radicata in moltissimi comuni di tenere l’identità Subalpina nei cassetti in pasto ai tarli.
In due comuni delle cosiddette “terre alte”, Melle e Montemale, dove poche persone resistono allo spopolamento, le facciate dei municipi sono ad oggi spoglie, il pennone muto e glabro del tessuto di una bandiera che vanta 545 anni di storia identitaria… e che storia; basta pensare all’Assietta!
Spiace constatare tutto ciò dove le eccellenze territoriali dei luoghi non mancano; i gustosissimi “tomin dël Mel” per quel che riguarda il piccolo centro della bellissima Valle Varaita, mentre per quello abbarbicato sullo spartiacque Maira/Grana è vanto ciclistico la sua ascesa da entrambi i versanti con l’interessantissima variante della Piatta Soprana.
Scendendo poi nelle pianure della “Granda” anche Morozzo capitale del cappone manifesta lo stesso triste oblio, niente Drapò e pensare che la sua terra ha dato i natali a molti politici di caratura nazionale.
Confidando in una semplice dimenticanza, torneremo a far visita a breve in quei luoghi colla speranza alzando lo sguardo al cielo di veder sventolare ël Drapò (Cros bianca an camp ross, bòrd e lambel bleu), al cospetto del Monviso.
Walter Demichelis – Piemonte Stato
28.4.2015