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Al fratello Gustavo Buratti Zanchi

Caro Gustavo, con tristezza ti salutiamo consapevoli che la tua mirabile vicenda terrena è terminata. Non avremmo mai voluto che questo momento arrivasse ma, come ben sai, il mistero della vita nel ciclo che ci è concesso, dal destino o da Dio, comprende inevitabilmente anche il definitivo addio alla propria dimensione umana.

Di certo la tua dipartita è particolarmente dolorosa e lascerà un vuoto incolmabile nel cuore di chi ti ha voluto bene e anche in ambito culturale e politico, dentro e fuori il Biellese. L’ identità di uomo coraggioso e contro corrente – che si impegna e paga sempre di persona sul fronte della salute e del sacrificio – l’hai costruita nei decenni con mirabile, articolato impegno, nella difficile ricerca di nuove frontiere a favore delle classi disagiate e delle persone povere ed umili… dai proletari ai malgari, dai clochards agli extracomunitari, dagli indios agli zingari.

Non ti sei lesinato per la salvaguardia degli ecosistemi naturali – in continuo rischio di distruzione da parte di potenti interessi predatori e inquinanti – dalle colpevoli sottovalutazioni e indifferenze.

Occorre non dimenticare almeno altri tre ambiti in cui hai voluto essere positivo trascinatore e geniale protagonista.

Il primo è la riscoperta sin dagli anni Settanta del movimento ereticale degli apostolici di Dolcino e Margherita, con innumerevoli conferenze, pubblicazioni e saggi. Hai attivato l’annuale festa settembrina alla Bocchetta del Margosio e sulla cima del monte Mazzaro. Hai costituito il “Centro Studi Dolciniani di Biella” che ha sviluppato approfondimenti, ricerche e collaborazioni nazionali e internazionali. Da agnostico è lievitata in te l’importante scelta di abbracciare la fede Valdese.

Il secondo è la difesa e la rivalutazione della Lingua piemontese con l’insegnamento diretto e la preziosa messa in cantiere del periodico “ALP, vos ëd l’arvira piemontèisa” che esce da alcuni decenni a difesa di tutte le minoranze culturali.

Il terzo è l’avere avuto attenzione e grande interesse per le antiche tradizioni storiche, culturali, enogastronomiche – specialmente della civiltà alpina, cioè della montagna e di chi ancora lì opera e abita, in condizioni sempre più precarie, mentre il mondo è in continua e drammatica involuzione.

Caro Tavo, proprio tu che provenivi dalla borghesia benestante, ti sei schierato sino alla fine con dignità e passione per i diritti delle classi subalterne. Di ciò ti siamo grati! Sei stato un grande uomo, sempre incompreso dai potenti. Sei stato poeta e ribelle indomabile. Sei stato cantore della libertà, della giustizia sociale, dei diritti dei singoli e della collettività.

I semi dei tuoi insegnamenti e dei tuoi esempi hanno già iniziato a germogliare in molte coscienze e siamo certi che fruttificheranno ancora meglio nelle scelte di altri.

A noi, che abbiamo avuto la fortuna di conoscerti, apprezzarti e di lottare al tuo fianco, non rimane che piangerti e ringraziarti per quanto ci hai insegnato e donato da amico fraterno. Sappi che il tuo ricordo rimarrà sempre nel nostro cuore come importante bussola del nostro agire.

Ciao Tavo.

Piero Delmastro, Aldo e Alberto Fappani

Biella, 20.12.2009

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