«(…) La senatrice Mirella Giai ha una storia intensa. (…) Eletta nella ripartizione America meridionale nel Movimento Associativo Italiani all’Estero (Maie), Mirella Giai, in uno spirito di indipendenza, si è iscritta al Gruppo per le Autonomie, dove sono presenti diverse anime. (…) In Argentina, Mirella, che è nata in Piemonte e ha origini biellesi, ha lavorato per 35 anni al patronato INCA (…) si è sposata a Rosario e ha avuto dei figli. Ha assistito i malati italiani negli ospedali e militato in federazioni e associazioni italiane e piemontesi. È stata poi vice presidente del Comites locale ed ha avuto altre cariche nella Federazione delle Associazioni Piemontesi d’Argentina e nelle Donne piemontesi d’Argentina. Mirella Giai oggi fa parte della commissione Lavoro ed Affari Sociali del Senato e della Commissione parlamentare per l’infanzia. La sua famiglia era di Trivero, un paese di quasi 7000 abitanti in Valle di Mosso. Pronipote, nipote e figlia di emigrati in Argentina, Mirella è sbarcata nel porto di Buenos Aires dopo la seconda guerra mondiale insieme alla sua famiglia. (…) Mirella passa la sua infanzia in Piemonte. Poi arriva la seconda guerra mondiale: “non c’era nulla da mangiare, ma soprattutto c’era grande dolore e sofferenza fra la gente. Quando nel ’45 finì la guerra si tornò alla vita”. La sua partenza per l’Argentina poco più che quindicenne rappresentò un distacco “terribile”. Nella sua attività associativa nell’Inca, emanazione della Cgil in Argentina, si è occupata dei ricongiungimenti familiari degli italiani che avevano parenti in quel Paese, di aiutare chi arrivava a trovare casa. “Se non potevano venire nei nostri uffici, andavo da loro, nei villaggi più sperduti, anche nel cuore della notte”. Nei cupi anni del regime militare Mirella cerca di aiutare le famiglie dei desaparecidos, affiancandoli con tutte le sue forze nelle indagini, nelle estenuanti ricerche negli uffici, andando nei consolati. “Una volta fui anche arrestata”- ricorda. Questa lunga e densa esperienza la guida e la ispira oggi nella sua attività parlamentare. “Lavorerò per riuscire ad avere l’assegno di solidarietà, per promuovere la formazione per i giovani italo argentini, per salvare la memoria storica dei nostri immigrati e per aiutare i funzionari argentini a riprendere i legami storici fra questi due Paesi. Dando l’appoggio, secondo coscienza, al Governo quando proporrà progetti utili per le comunità italiane all’estero oppure no, in caso di decisioni che giudicheremo, invece, negative. (…) Sempre dalla parte dei più deboli, che lei ha sempre aiutato e difeso.
(dal sito della Sen. Magda Negri www.magdanegri.it)