Il toponimo Pozzo Strada compare la prima volta in un documento del 1191 in cui un certo Guglielmo de la Motta de Ripulis si recava a Torino per rendere omaggio all’abate del monastero di San Solutore. Nel documento si cita appunto la cappella del Sanctum Sepolcrum de Puteo Stratae.
È probabile che già prima del Mille, intorno alla cappella e lungo la via di Rivoli (oggi corso Francia), che si era sovrapposta al tracciato romano delle Gallie, si fosse aggregato un insediamento. Il nome stesso fa pensare ad un pozzo lungo la via francigena, importante punto di ristoro per uomini e cavalcature.
Nel 1498 viene fondato il monastero di Santa Maria del Sepolcro. Santa Maria di Pozzo Strada, esterna alla cinta muraria, è considerata una delle parrocchie più antiche della città pur non essendo, a rigore, cittadina.
Durante l’assedio francese del 1706 la chiesa fu adibita da questi a polveriera e rimase distrutta in seguito a un’esplosione accidentale. Riedificata a partire dal 1712, la nuova chiesa intitolata alla Natività di Maria Vergine fu consacrata nel 1777.
L’esplosione coinvolse anche la cascina Serena dei marchesi Carrone di San Tommaso, i cui resti sono stati visibili fino ad anni recenti tra via Sagra di San Michele e via Fattori.
Il territorio dell’attuale quartiere corrisponde, a grandi linee, all’antico feudo di Santa Brigida. Amedeo Grossi, che descrisse sul finire del Settecento la toponomastica della periferia urbana torinese, situa il territorio che comprendeva la parrocchia “lungo lo stradone di Rivoli, a circa due miglia dalla città” e dichiara che esso avesse “per confini a levante il canale attraversante la fossa della citta presso Porta Segusina e lo spalto della Cittadella (…) a mezzogiorno le cascineMotta, Lutino (…), a ponente l’Armano, il Vigada (…), a notte il fiume Dora”.
Pozzo Strada era quindi in una collocazione strategica perché si trovava lungo la via di lunga percorrenza, oltrepassando in successione anche Collegno e Grugliasco. Il confine lambiva la parrocchia di Grugliasco e al suo interno vi erano edificate diverse ville e unità agricole. L intera area era sfruttata con coltivazioni intensive, grazie alla relativa vicinanza della Dora Riparia dalla quale si dipartiva un sistema di canali irrigui (bealere) impiegati dalle cascine.
Amedeo Grossi descrive “lo stradone di Rivoli” riparato dagli olmi impiantati dall’architetto Michelangelo Garove al termine dei lavori di risistemazione e ampliamento del 1712 . Il territorio era edificato con ville e cascine: oggi sono ancora parzialmente visibili il Bussone (o San Domenico), il Morozzo e il Thenghillo. Quest’ultima (originariamente detta Vigada), in strada della Pronda 69, è attualmente abitata e si possono ancora riconoscere il portale barocco, i fregi a ghirlanda dei balconi e il giardino, oggi non più coltivato.
Nella seconda metà dell’Ottocento, Pozzo Strada, come Santa Rita e Mirafiori, è protagonista di processi di sovrapposizione tra il vecchio assetto territoriale a carattere agricolo e la recente inclusione nel tessuto urbano periferico.
AA. VV., Circoscrizione 3, Torino 2001
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