Chi percorre oggi via Ricaldone si domanderà cosa siano i resti di un vecchio edificio – ormai poco più che ruderi – che ingombrano la parte occidentale della via. Quei muri sono le vestigia della vecchia cascina La Grangia, una delle più antiche testimonianze dell’agro piemontese ancora visibili a metà Novecento (l’edificio è stato abbattuto infatti nei primi anni 2000).
Probabilmente nessuno sa che in questo luogo si svolsero parti importanti della storia dell’assedio di Torino del 1706. I francesi, infatti, la scelsero come fureria, irrobustendola e fortificandola, facendola diventare in pratica uno dei più importanti capisaldi della loro difesa nella parte meridionale della campagna torinese. Non fu una scelta casuale: la Grangia possedeva muri spessi, con tanto di antiche feritoie che erano l’ideale per i soldati assedianti.
Dalla cascina Grangia partivano lunghi solchi di trincee che arrivavano fino alla cascina Martiniana (nella zona dell’attuale Centrale del Latte), nella quale erano dislocati i forni che producevano il pane per i soldati del Re di Francia. Anche per la cascina Filippa di Martiniana la sorte è stata impietosa: venne abbattuta per fare posto ai palazzi del quartiere Santa Rita, in piena espansione.
Quanto resta della cascina Grangia oggi è un rudere pericolante: al suo posto dovrebbe essere realizzata una residenza per anziani, ma i lavori sono fermi da anni. Una fortuna, per chi si interessa della storia di Torino: nonostante sia stata abbattuta, rimangono ben visibili le fondamenta e i muri perimetrali, che danno un’idea delle dimensioni di questo imponente edificio.
Giorgio Enrico Cavallo | Torino Today