Cronache dell'assedio. Il bombardamento di Torino nell'estate 1706

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Targa posta sul muro della Consolata (con un’erronea data “1704“)

Nell’estate 1706 su Torino si riversò una vera e propria pioggia di palle di cannone. Particolarmente colpita fu l’area a ridosso delle mura e della Cittadella, attualmente compresa tra corso Regina Margherita e corso Matteotti. Ma alcuni cronisti dell’assedio affermano che le bombe arrivarono a lambire anche la chiesa di San Francesco da Paola in via Po, molto lontana dai luoghi dove erano posizionate le batterie francesi.
 
Il ricordo di questo bombardamento venne tramandato per molto tempo dai torinesi: non era la prima volta che la città veniva assediata – il caso più recente risaliva al 1640, durante la guerra tra Madamisti e Principisti – ma di sicuro si trattava dell’evento bellico più impegnativo al quale era stata sottoposta la capitale sabauda; non solo: se si pensa che era anche il primo assedio di questo livello che coinvolgeva una capitale europea, si comprende quale fosse l’apprensione dei residenti; anche perché i francesi i primi giorni di assedio bombardarono sistematicamente la città, con lo scopo di farla insorgere. Tentativo non riuscito: i torinesi non reagirono come gli assedianti si aspettavano, e anzi fecero quadrato attorno al duca e al governatore della città.
 
Per evitare che le palle di cannone rimbalzassero per le vie, venne dato l’ordine di disselciare un buon tratto di via Dora Grossa e l’area di città che era più prospicente alla Cittadella. I residenti della città vecchia, però, atterriti dalla pioggia di granate, lasciarono quanto più possibile le loro abitazioni rifugiandosi in borgo Nuovo.
 
Il timore che le torri facciano da bersaglio per i cannoni francesi – paure che corrispondevano a realtà – fece sì che venissero tolti i simboli della città dalla Torre Civica.
 
Incredibilmente, rimase incolume il santuario della Consolata, motivo per cui la Vergine venne elevata a protettrice della città durante i giorni dell’Assedio: la sua effige è ben visibile sui piloncini votivi che sono disseminati in periferia nord di Torino, uno dei quali si trova, guarda caso, proprio nel cortile della chiesa. Un proiettile inesploso dell’assedio è ancora infisso nella facciata del santuario, sul lato di via della Consolata, anche se viene erroneamente riportata la data 1704.

Giorgio Enrico Cavallo | Torino Today


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