Ël Papa a parla an piemontèis

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4.6.2014 | A l’udiensa general d’ëstamatin an Piassa San Péder, Papa Fransesch, dnans a pì ‘d 50.000 fedej, a l’ha arvelà lòn che già as savìa, visadì ëd nen avèj mai dësmentià soe rèis piemontèise, e che ‘l Piemont argentin a l’é un tut-un con col europengh.
La catechesi a s’argirava an s’un Don dl’Ëspìrit Sant, col ëd la pietà. Ancheuj na gran part ëd le paròle – e dij concet che a lor as gropo – a son stravirà da la gargarìa mental e dal pensé ùnich, sostnù da na furfa d’operador dij media vast e sarian. Ël Pare Sant a l’ha donca pijà l’ocasion për sotligné la diferensa antra la pietà e l’aparensa sovens ipòcrita dël pietism.

«Cari fratelli e sorelle, buongiorno.

Oggi vogliamo soffermarci su un dono dello Spirito Santo che tante volte viene frainteso o considerato in modo superficiale, e invece tocca nel cuore la nostra identità e la nostra vita cristiana: si tratta del dono della pietà.
Bisogna chiarire subito che questo dono non si identifica con l’avere compassione di qualcuno, avere pietà del prossimo, ma indica la nostra appartenenza a Dio e il nostro legame profondo con Lui, un legame che dà senso a tutta la nostra vita e che ci mantiene saldi, in comunione con Lui, anche nei momenti più difficili e travagliati.

1. Questo legame col Signore non va inteso come un dovere o un’imposizione. È un legame che viene da dentro. Si tratta di una relazione vissuta col cuore: è la nostra amicizia con Dio, donataci da Gesù, un’amicizia che cambia la nostra vita e ci riempie di entusiasmo, di gioia. Per questo, il dono della pietà suscita in noi innanzitutto la gratitudine e la lode. È questo infatti il motivo e il senso più autentico del nostro culto e della nostra adorazione. Quando lo Spirito Santo ci fa percepire la presenza del Signore e tutto il suo amore per noi, ci riscalda il cuore e ci muove quasi naturalmente alla preghiera e alla celebrazione. Pietà, dunque, è sinonimo di autentico spirito religioso, di confidenza filiale con Dio, di quella capacità di pregarlo con amore e semplicità che è propria delle persone umili di cuore.
2. Se il dono della pietà ci fa crescere nella relazione e nella comunione con Dio e ci porta a vivere come suoi figli, nello stesso tempo ci aiuta a riversare questo amore anche sugli altri e a riconoscerli come fratelli. E allora sì che saremo mossi da sentimenti di pietà – non di pietismo! – nei confronti di chi ci sta accanto e di coloro che incontriamo ogni giorno».

A sta mira ël Papa a l’ha chità ‘d lese e a l’é arvolgiusse con paròle inmedià ai fedej, për s-ciairì mej la diferensa antra pietà e pietism. E da lì ‘mpòch, për rende l’espression “faccia da immaginetta”, a l’é rivaje a la ment na locussion piemontèisa. Nen mach: an fasand arferiment al piemontèis a l’é esprimusse co’l “Noi”, coma për armarché ch’a l’é sèmper cheicòs ëd “Sò”: 

«Perché dico non di pietismo? Perché alcuni pensano che avere pietà è chiudere gli occhi, fare una faccia da immaginetta, far finta di essere come un santo. In piemontese noi diciamo: fare la monia coacia. Questo non è il dono della pietà.

Il dono della pietà significa essere davvero capaci di gioire con chi è nella gioia, di piangere con chi piange, di stare vicini a chi è solo o angosciato, di correggere chi è nell’errore, di consolare chi è afflitto, di accogliere e soccorrere chi è nel bisogno. C’è un rapporto molto stretto fra il dono della pietà e la mitezza. Il dono della pietà che ci dà lo Spirito Santo ci fa miti, ci fa tranquilli, pazienti, in pace con Dio, al servizio degli altri con mitezza.
Cari amici, nella Lettera ai Romani l’apostolo Paolo afferma: «Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: “Abbà! Padre!”» (Rm 8,14-15). Chiediamo al Signore che il dono del suo Spirito possa vincere il nostro timore, le nostre incertezze, anche il nostro spirito inquieto, impaziente, e possa renderci testimoni gioiosi di Dio e del suo amore, adorando il Signore in verità e anche nel servizio del prossimo con mitezza e col sorriso che sempre lo Spirito Santo ci dà nella gioia. Che lo Spirito Santo dia a tutti noi questo dono di pietà».

I l’oma arportà ël test complet ëd la catechesi da già che ‘dcò noi i voroma fortì ‘l giuss ëd le paròle dël Papa, dont l’amportansa a passa dnans dë tut. Tutun, parèj ëd com a l’han fàit vàire giornaj, a në scapa nen ël sust ëd na sitassion an lenga piemontèisa ansì spontànea, sincera e partessipà («in piemontese noi diciamo»). A veul dì che ant ël mosàich colorà dle lenghe dël mond a-i é ancor ëd pòst ‘dcò për nòsta lenga piemontèisa.

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«Për fé fòra un pòpol, a s’ancamin-a co’l gaveje la memòria. As dëstruvo ij sò lìber, soa coltura, soa stòria... ».

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