In ricordo di Don Gonela, il giullare di Dio dal cuore fanciullo

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Don Gonela (1920-1997)

Zanco di Villadeati | 26.01.2008 — «Di Don Gonela (il sigillo onomastico di non po­che delle sue poesìi) credo che resterà la memoria dei parrocchiani di Villadeati che l’hanno conosciu­to e che ne hanno apprezzato l’onestà aspra e terra­gna. Versi da intendersi come l’efflusso di un’umani­tà ben incardinata, il frutto sorgivo di una terra che non è stata aliena alle lettere e alla poesia espressa in lingua piemontese (l’apice in Vincenzo Buronzo e in Domenico Badalin, ma già anche qualche giovane virgulto, come Elisa Algozino, capace di resistere all’in­vasione del globale)».
Così scrive Giovanni Tesio nella presentazione del volume di don Ermenegildo Gonella intitolato “Poesìi”, curato da Teresio Malpassuto, appena pubblicato a cura del comune di Villadeati dalla Stampa Grafica Sipiel (Milano, dicembre 2007).
Ed a proposito dell’abbondante e variegata produzione letteraria di uno dei più amati sacerdoti monferrini Giovanni Tesio aggiunge: «Quella di Don Gonela è poesia intrisa di oralità, passata sul graspo di una religione che non deroga. Una poesia che metricamente tiene conto delle rime bacia­te tipiche delle “businà”, se è vero com’è vero – im­properia e carnevalizzazioni a parte – che il Monferra­to è stato terra di passaggio dei carrettieri che da Mi­lano ad Alessandria – come ha mostrato Franco Ca­stelli – hanno trasferito merci, tradizioni, modi. Né con­ta granché che le misure siano spesso lasche, incerte, e l’orecchio risulti a tratti difettivo. Perché è proprio que­sto il punto».
Originario di Cerrina, dove è nato il 16 maggio 1920 in una famiglia contadina, ultimati gli studi in seminario, don Ermenegildo Gonella viene ordinato da mons. Giuseppe Angrisani il 20 dicembre 1942. Subito dopo è nominato viceparroco in diversi comuni monferrini, tra cui Castelletto Merli, San Salvatore, Morano sul Po e Frassineto. A dieci anni dalla consacrazione, il 10 dicembre 1952, ottiene la nomina nella parrocchia di San Giorgio di Zanco di Villadeati, dove celebra la sua prima messa all’inizio di febbraio.
Nel piccolo e grazioso borgo monferrino il giovane sacerdote inizia il lungo ministero pastorale parlando sempre in piemontese – come ricorda nella dettagliata e precisa nota biografica Teresio Malpassuto – con “quella sua eccezionale e, forse, unica carica di ottimismo e di entusiasmo, la semplicità, la fede profondissima e il cuore fanciullo”, fino alla scomparsa avvenuta il 7 gennaio 1997 nella povertà della canonica di Zanco. Il “giullare di Dio” dal cuore fanciullo riposa nel Sacrario dei sacerdoti, da lui voluto, in quell’angolo di cimitero per il Poeta “il più bello e tranquillo del Monferrato”.

Dionigi Roggero

A ZANCO NEL RICORDO DEL SACERDOTE POETA

In un pomeriggio invernale dove il sole caldo annuncia quasi la primavera puntiamo su Zanco di Villadeati il paese di don Ermenegildo Gonella. Ci accompagna Teresio Malpassuto, il curatore del libro sul prete poeta piemontese e non poteva esserci scelta migliore.
Via veloci. Valle Cerrina (trafficata, più lavori in corso) bivio, a sinistra per Villadeati poi sfioriamo il paese dominato dal castello Feltrinelli, a destra per Zanco. Neanche a farlo apposta ce lo appena evocato Bobby Tanzilo da Milwaukee per una ricerca sul bisnonno Luigi Ravizza che qui arrivo da Frinco nel 1840 (e, visto che siamo in tema, completa le stelle e strisce a Zanco con la notizia che ci abita Ed McGaugh, un cuoco americano con una mamma svizzera). Il mondo è piccolo.
Scorriamo tutta la frazione a arriviamo alla chiesa parrocchiale di San Giorgio la locomotiva in cima ai vagoni delle case per ricordare una felice espressione di don Moscone, non dimentiato vicario vescovile (e giornalista e scrittore). Ci attende Ugo Bonsi con le chiavi dell’edificio parrocchiale. È giusto andare subito in canonica nello studio del sacerdote: una piccola scrivania, li libri alle spalle, la sua macchina da scrivere, la raccolta di poesie, nascosta nell’anta di un armadio una pergamena di riconoscenza… Il tempo si è fermato.
Poi in chiesa. La illuminano quattro grandi affreschi eseguiti nel 1950 dal pittore torinese Nello Cambursano. In quello in navata sinistra la Madonna di Fatima è adorata da Papa Pio XII e dal vescovo casalese di allora, Angrisani. È splendido il coro intarsiato: proviene da Moncalvo all’epoca delle aste napoleoniche.
Usciamo sul sagrato, il panorama parte da campi di lavanda e vigneti per scorrere da Tonco, a Montiglio, Murisengo, Villadeati… Proprio sotto il cimiterino della frazione («Finirò li…», ci disse don Gonella quando andammo a trovarlo per il libro delle chiese con Idro Grignolio) e lì è finito in un sepolcreto che di rimando è protetto dalla sua chiesa.

Luigi Angelino

Fonte: Il Monferrato (ogni riferimento ad una ipotetica “lingua dialettale” (sic!) è stato corretto dalla Redazione)

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