30.12.2013 – Turin: a ven-o fòra ij drocheri ‘d na basìlica paleo-cristian-a. Lòn ch’a vorëran fene?
A dan fòra le leugne rèis cristian-e piemontèise al cantié dla sede neuva dla Lavazza, an via Bològna. Ij travaj a son nen ëstàit fërmà an càusa a d’acòrdi preventiv (sic!) con la sorintendensa e la Comun-a. Bele che costa a disa ‘d vorèj-je “valorisé”, an considerand le vicende dël passà e la malfidensa dla Comun-a e dla sorintendensa, i l’oma tute le rason për avèj ij frisson. Iv ëtniroma agiornà.
Un ritrovamento di grande importanza per Torino, in quanto sono poche le testimonianze di quel periodo, reso possibile grazie agli scavi per la costruzione della nuova sede della Lavazza
Una basilica paleocristiana in via Bologna, a Torino. Un ritrovamento che ha dell’eccezionale, soprattutto per una città come la nostra, che nei primi secoli dell’era cristiana era ancora contenuta all’interno delle anguste mura che terminavano grossomodo entro l’attuale corso Regina Margherita, e che la zona di via Bologna era considerata decisamente aperta campagna.
La scoperta dei resti della basilica, risalente al III – IV secolo dopo Cristo, è dovuta al cantiere per la nuova sede della Lavazza, che sorgerà in via Bologna su progetto di Cino Zucchi, sull’area dell’ex Enel. Una zona dove nel III secolo sarebbero stati eretti anche dei piccoli mausolei, e su uno di questi sarebbe stata costruita la basilica. I resti della costruzione avrebbero potuto far slittare i lavori, ma tra Lavazza e Soprintendenza si è trovato un accordo, per far anche ammirare i resti al pubblico. Il sito sarà visitabile, nonché visibile dalla strada, anche se per questo Lavazza non potrà realizzare alcune strutture sotterranee.
(Torino Today, 30.12.2013)
A Torino, chiesa antica sotto la nuova fabbrica
Sarà visitabile dal 2016 la basilica paleocristiana scoperta negli scavi per la Lavazza, opera di Cino Zucchi.
Sotto la nuova sede della Lavazza di Torino, la “nuvola verde” dell’architetto Cino Zucchi, spunta una basilica paleocristiana. È venuta alla luce durante i lavori per la nuova filiale dell’azienda produttrice di caffè in via Bologna, e il ritrovamento ha rischiato di bloccare il cantiere. Invece, un bell’accordo tra Lavazza, Comune e soprintendenza ai Beni archeologici permetterà sia di realizzare la nuova sede, sia di rendere visitabile il sito archeologico.
L’intesa. Dopo mesi di trattative tra le tre parti, si è arrivati a un compromesso: gli scavi diverranno accessibili al pubblico quando sarà terminato il cantiere, e sarà inaugurato il nuovo centro direzionale del marchio del caffè. D’accordo anche con l’assessorato all’urbanistica guidato da Stefano Lo Russo, il sito sarà visitabile dall’esterno. Certo, Lavazza dovrà rinunciare ad alcune infrastrutture sotterranee nell’area; ma questo non crea problemi: i progettisti, con in testa l’architetto Zucchi, hanno già modificato le planimetrie.
Sorprese. «Per Torino è un ritrovamento eccezionale, avvenuto a ad appena 800 metri dal centro della città», dice la sovrintendente Egle Micheletto. La parte più antica è una necropoli, che risale al III secolo d.C.; mentre nel IV secolo, nella stessa area, sono stati costruiti piccoli mausolei dedicati a personaggi già cristiani.
Testimonianze. È su uno di questi che è stata eretta la basilica paleocristiana: doveva ospitare le sepolture più importanti. «A Torino, c’è scarsa documentazione su quell’epoca; e sono pochi i ritrovamenti di resti paleocristiani», continua Micheletto. «Questo è il terzo nucleo di quel periodo trovato in città: ci sono anche il complesso dei tre edifici religiosi nell’area del Duomo e quello delle chiese dedicate ai santi Solutore, Avventore e Ottavio, nella zona della Cittadella». […]