In italia la situazione sarà pure grave ma non seria: eppure questa volta è grottesca, in attesa di volgere al tragico nel giro di pochi mesi (Grecia docet).
La Corte Costituzionale ha abrogato la vigente legge elettorale Calderoli n. 270 del 21 dicembre 2005 (il cosiddetto “porcellum” – che non è una definizione molto aulica e che, da sola, dice già tutto), stabilendo che i parlamenti eletti nel 2006, nel 2008 e quello attuale, uscito dalle elezioni del 24 e 25 febbraio di quest’anno, cioè le ultime tre legislature, si sono formati in base a un procedimento illegale in ben due punti: il premio di maggioranza del 55% dei seggi alla Camera per la coalizione più votata e le liste bloccate con i candidati nominati dai partiti italiani.
Di conseguenza sono risultati illegali anche tutti gli atti promulgati da Camera e Senato: illegali le leggi, illegali i governi, illegale il presidente della Repubblica. Illegale la stessa Corte che ha dichiarato l’illegalità.
Un harakiri logico e mentale, prima ancora che istituzionale, che soltanto la fantassia degli italiani poteva concepire.
D’altronde, è una semplice questione di logica: se la legge elettorale fosse stata diversa (e, si spera, stavolta, legale), la rappresentanza parlamentare, con la relativa maggioranza politica, sarebbe stata un’altra, avrebbe compiuto altre scelte, espresso altri governi…
Illegale furono dunque l’IMU, la spending review, la Tarsu e tutte le altre tasse inventate dagli ultimi (illegali) governi italiani.
Illegale fu quindi anche il governo Berlusconi, che nel 2009 promosse il ► ricorso contro la lingua piemontese, e illegale la successiva ► sentenza della Corte Costituzionale (a sua volta illegale).
Sembra un film di Totò, ma la logica sta chiaramente richiamando tutti all’evidenza che il difetto è nel manico e che, in realtà, è l’italia stessa ad essere illegale.
È ormai evidente che la repubblica italiana, quel fascismo senza Mussolini mantenuto in regime di vita artificiale per motivi geo-strategici, si sta ormai facendo l’eutanasia. Amen.