Iniziativa di Gioventura Piemontèisa e della Senatrice Mirella Giai
► Il testo e la relazione del disegno di legge
Sull’istruttoria, genesi e sviluppo della Legge 482/99 sono stati scritti fiumi di parole. Non si vuole entrare nuovamente nel merito di questa legge, ma con l’onestà che va richiesta anche alle minoranze che ne fanno giustamente una fonte di sopravvivenza, possiamo tranquillamente affermare che dopo quasi dieci anni è ormai ineludibile l’esigenza di procedere ad una sua revisone. Questo procedimento non deve partire da un vecchia querelle nominalistica, né tantomeno giocare al coinvolgimento strumentale delle cosidette “minoranze linguistiche storiche presenti sul territorio regionale”, circonlocuzione che sott’intende una tutela ai fenomeni dell’immigrazione moderna. Per inciso, è bene sottolineare che i fenomeni di integrazione nei processi sociali hanno bisogno di solidarismi di vera e propria sussistenza, fuori da paternali proposte di diritto di platea a puro scopo di tornaconto elettorale.
A questo punto, dopo le dovute precisazioni, dobbiamo affermare che laddove si è inteso procedere in senso ecumenista nei confronti delle altre lingue del Piemonte ed essendo favorevoli al dialogo interlinguistico, nella stessa misura, sarà bene fare uscire la lingua piemontese dal ghetto nella quale si vorrebbe tenerla segregata.
A tale proposito Gioventura Piemontèisa, nel lavoro di radicamento nelle dinamiche legislative atte a varare forme di legalizzazione della locuzione piemontese, ha promosso una legge di modifica alla Legge 15.12.1999 n. 482. In data 14 ottobre 2008, attraverso l’iniziativa della Senatrice Mirella Giai, è stato presentato un disegno di legge (il n. 1113) che ad oggi ha raccolto l’adesione dei Senatori Gianpiero D’Alia, Oskar Peterlini, Manfred Pinzger, Stefano Ceccanti, Mauro Maria Marino, Magda Negri, Lucio Malan, Pietro Marcenaro, Roberto Della Seta, Franca Biondelli (parte del Gruppo della Sen. Giai, parte dei Senatori eletti in Piemonte), e che il 16 Dicembre è stato assegnato alla 1a Commissione Affari Costituzionali.
Gioventura Piemontèisa ha elaborato direttamente il testo della proposta di legge fatta propria dalla Senatrice Giai, ed ha contattato tutti i Senatori eletti in Piemonte al fine di sensibilizzarli rispetto alla carenza legislativa che penalizza ingiustamente la lingua piemontese. In tale senso i Senatori che hanno appoggiato il disegno di legge hanno dimostrato, attraverso la loro convinta adesione, che l’interlocuzione tra soggetti culturali e politici può produrre una spinta virtuosa nell’individuare zone d’ombra democratiche e concorrere a sanarle con precisi atti legislativi. A tal proposito il nostro Movimento, rendendosi conto di essere l’unico soggetto culturale-politico che produce cultura vincolata ad una progettualità legislativa, auspica che in futuro il suo ruolo possa essere favorito in senso sinergico rispetto all’obiettivo progettuale: la lingua piemontese. Esso si rende perfettamente conto della latitanza degli attori culturali e politici che ruotano attorno alla lingua piemontese stessa, ma un anno di lavoro dedicato alla modifica della Legge regionale n. 26/90 ha dimostrato plasticamente che la realtà territoriale è molto diversa dagli atteggiamenti autoreferenziali e sterili di talune associazioni e politici del Piemonte. In piena solitudine il Movimento ha deciso di agire di ottenere risultati, e in questo modo sta operando.
Roberto Saletta
(DA GIOVENTURA PIEMONTÈISA, ANN XVI, N. 1)