La ► Legge Regionale n. 15 del 31.5.2004 prescrive che su tutto il territorio della Regione Piemonte la Bandiera piemontese debba essere esposta «all’esterno delle sedi dei consigli provinciali, di comunità montana, comunali e circoscrizionali; all’esterno degli edifici scolastici; […] ogni volta che vengono esposte le bandiere della Repubblica italiana e dell’Unione europea […] nelle sale di riunione della Giunta, del Consiglio Regionale, dei Consigli comunali, provinciali e di Comunità montane, nonché all’interno dell’Ufficio del Presidente della Giunta regionale, del Presidente del Consiglio regionale, dei Presidenti delle Province e delle Comunità montane, dei Sindaci» (art. 7), e che essa non debba essere «esposta in cattivo stato d’uso» e, dopo il tramonto, venga «adeguatamente illuminata» (art. 8).
Qualcuno ci risponderà che ci sono cose più importanti, e certamente è vero. Però noi crediamo anche che la carenza di identità e la mancanza di consapevolezza siano fra i maggiori responsabili del degrado sociale e morale di oggi.
Chi ama il proprio paese lo tratta bene e lo rispetta, anche nelle piccole cose; quando le cose, poi, diventano grandi, si chiamano anche licenziamenti, sfratti, insicurezza, malasanità.
«Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto» (Lc 16,9-15).
Noi questa battaglia la combatteremo fino all’ultimo: facciamo a chi ha la testa più dura?
Se i simboli della nostra identità vengono volutamente nascosti significa che ci vogliono cancellare e assimilare. Lo sappiamo da quasi due secoli, e queste fotografie – se ce ne fosse ancora bisogno – lo dimostrano in modo manifesto.