Aiutiamo a salvare la Chiesa barocca di Santa Caterina a Casale dal disinteresse e dall'ignoranza

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Anne d’Alençon, vedova del Marchese del Monferrato Guglielmo (Vielm) IX Paleologo, nel 1518 donò il Palazzo oggi Trevisio, a Casà/Casale, all’ordine delle monache terziarie domenicane di Santa Caterina. Per sua espressa volontà, la monache avrebbero dovuto realizzare una Chiesa e consacrarla a Maria Vergine delle Grazie.
La chiesa che le monache fecero realizzare è oggi il “Coro”, un vastissimo salone, con un’altissima volta a botte affrescata e un complesso di sedute lignee che percorre i tre lati. 
Nel XVIII Secolo di fronte al coro si costruì la nuova Chiesa di Santa Maria delle Grazie, meglio conosciuta come “Santa Caterina”.
Questa chiesa costituisce la più alta espressione del “barocchetto” casalese, con la bella facciata a due ordini formata da lesene e colonne distribuite in una pianta leggermente ondulata, con un prezioso gusto decorativo.
L’elemento più caratteristico è la sua cupola ellittica slanciata ed armoniosa, in rame stagnato. L’interno è pienamente barocco; quello che attrae immediatamente lo sguardo, dopo che gli occhi hanno ammirato la cupola interamente affrescata, è l’altare maggiore in marmi policromi, con il bel paliotto in stucchi colorati, portante al centro la corona marchionale. Fra le colonne si trova poi la grandiosa scultura marmorea del 1780, raffigurante la Vergine portata in cielo dagli angeli.

Oggi questo gioiello piemontese rischia di scomparire fra il disinteresse delle istituzioni. In questi giorni abbiamo avuto occasione di visitarlo e di comprendere le grandi potenzialità di utilizzo.
A Casale c’è un Comune che evidentemente preferisce spendere soldi per “rovinare” la Piassa dël Cavà (che dev’essere l’unica piazza al mondo dedicata a un tizio che fu condannato a morte dall’altro tizio che cavalca sul monumento al centro… misteri casalesi).

Se le nostre istituzioni non ci rappresentano, siano i Piemontesi a riprendere in mano la loro storia, la loro identità e le loro ricchezze: per questa ragione vi invitiamo a sostenere il progetto di recupero di questa splendida chiesa monferrina iscrivendovi all’ Associazione Santa Caterina Onlus. Una maniera concreta per dimostrare che i Piemontesi ci credono.

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«Për fé fòra un pòpol, a s’ancamin-a co’l gaveje la memòria. As dëstruvo ij sò lìber, soa coltura, soa stòria... ».

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