Turin, Drapò sempre nascosto | I Piemontesi pronti a provvedere a loro spese al ripristino della bandiera rossocrociata su Palazzo Madama

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► 13.5.2014 – A l’é andaje doi ani, ma ‘l Drapò a l’é tornà svantajé an sla lòbia ‘d Palass Madama

Agiornament 21.10.2013
È già passato un mese dalla nostra segnalazione, e il Comune di Torino continua a non dare alcuna risposta.

Agiornament 24.9.2013
Bandiera piemontese: FIRMATE LA PETIZIONE per chiedere che venga esposta sui luoghi pubblici  

Agiornament 20.9.2013
Gioventura Piemontèisa ha segnalato alle autorità comunali di Torino la disponibilità dei Piemontesi a provvedere, senza alcuna spesa per il Comune, al ripristino della bandiera rossocrociata su Palazzo Madama.
Ecco il testo della lettera:

 

Al Signor Sindaco della Città di Torino

e p. c.
All’Assessore ai lavori pubblici e ispettorato tecnico
All’Assessore agli edifici per la cultura, fontane e monumenti
Al Comandante del Corpo di Polizia Municipale
 
 

Oggetto: esposizione della bandiera piemontese su palazzo Madama e sugli edifici comunali.
 
Lo scorso 18 marzo abbiamo provveduto a segnalare il perdurare della mancanza della bandiera piemontese fuori dagli edifici comunali (la cui esposizione è normata dalla Legge Regionale n. 15 del 31.5.2004). Tale nostra segnalazione, ad oggi, non ha ancora ottenuto alcuna risposta.
 
Ci è stata invece trasmessa la risposta (prot. 916) del 4.7.2013 all’interpellanza consiliare presentata sei mesi prima (29.1.2013) dai consiglieri Ricca e Carbonero, nella quale si precisano le ragioni del perdurare dell’assenza della bandiera piemontese (vessillo istituzionale della Regione Piemonte) fuori dalla loggia di Palazzo Madama (in contrasto con la succitata Legge Regionale n. 15 del 31.5.2004), dovuta, a quanto si evince, alla mancanza di disponibilità finanziaria da parte dell’Amministrazione e al rifiuto delle ditte appaltatrici a ottemperare alle norme vigenti in materia di sicurezza e di beni culturali.
In merito si fa presente quanto segue.
 
In queste ore un gruppo di cittadini ha risposto all’appello per sostenere le spese per il ripristino della bandiera piemontese a Palazzo Madama e alcuni artigiani hanno manifestato la loro disponibilità ad eseguire l’intervento in forma gratuita.
 
Siamo, pertanto, a richiedere tutta la documentazione necessaria per poter provvedere entro pochi giorni al ripristino del pennone (che dicesi danneggiato da evento atmosferico del 5 agosto 2012), nel rispetto delle norme di sicurezza e dell’integrità della facciata storica previste dalla legge, nonché le autorizzazioni per effettuare un sopralluogo nelle prossime ore e per eseguire i lavori necessari, senza alcuna spesa per l’Amministrazione comunale.
 
Ci si augura, per il futuro, un maggiore rispetto per la bandiera rossocrociata piemontese, simbolo della storia e dell’identità del popolo piemontese, anche al di là dell’ottemperanza alle leggi vigenti e alla buona educazione nel rispondere alle domande dei cittadini.
 
Con l’occasione siamo a ricordare che la bandiera del Piemonte e della Regione Piemonte continua a non essere esposta sugli edifici pubblici e le scuole di proprietà comunale, oppure lo è in maniera impropria. Si auspica, altresì, che la Città di Torino voglia intervenire in forma ufficiale presso gli enti competenti sugli edifici pubblici che (malgrado le disposizioni di una Legge Regionale – vincolante su tutto il territorio della Regione Piemonte e, quindi, anche su quello della Città di Torino) continuano a non volere esporre la suddetta bandiera piemontese, sollecitando anche a loro un maggiore rispetto della legalità, dell’identità e della dignità dei Piemontesi.
 
Turin/Torino, 19 Settembre 2013

L’identità “svaccata” del Comune di Torino. Tutto pur di nascondere il Drapò dei Piemontesi
► Chiediamo a Fassino un gesto d’amore per la propria città
 Nel dicembre 2012 il Drapò su Palazzo Madama non c’era già più, e il sindaco faceva già il sordo 

 

Agiornament 18.9.2013
La dësfida mandà da Gioann March Pòlli a l’é stàita cujìa dai Piemontèis an pòche ore. I soma za an condission ëd mandé n’arté volontari a fé na valutassion dij dani al pnon ëd Palass Madama e un bel grup ëd gent a son dasse disponìbij a sostituilo e a sosten-e cole pcite spèise përchè ‘l Drapò piemontèis a torna svantajé an sla piassa la pì amportanta dël Piemont.
Chi ch’a veul ancor fé part ëd costa cordà ‘d solidarietà piemontèisa ch’a scriva dun-a a: giovpiem@yahoo.it.
Doman i-j daroma comunicassion al Sìndich.
An costi di i ancaminoma a pijé le firme për fé ‘d sòrt che ‘l Drapò a sia esponù (com a prescriv la Lej regional 15/2004) fòra da tùit j’edifissi comunaj e le scòle ‘d Turin (andova che – peul desse – ël pnon a l’é rompusse ant l’istess temp ëd col ëd Palass Madama).
Ancor gran mersì a tùit.

A.A.A. Artigiano/i e cittadini piemontesi cercasi per acquistare nuovo pennone per Palazzo Madama a Torino per esposizione a norma di legge di bandiera piemontese, causa rottura di quello vecchio e indigenza e malafede dell’Amministrazione comunale. Richiesta SERIA, astenersi perditempo. 

Qualcuno ci risponderà che ci sono cose più importanti, e certamente è vero. Però noi crediamo anche che la carenza di identità e la mancanza di consapevolezza siano fra i maggiori responsabili del degrado sociale e morale di oggi. Chi ama il proprio paese lo tratta bene e lo rispetta, anche nelle piccole cose; quando le cose, poi, diventano grandi, si chiamano anche licenziamenti, sfratti, insicurezza, malasanità. «Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto» (Lc 16,9-15). Noi questa battaglia la combatteremo fino all’ultimo: facciamo a chi ha la testa più dura?

► Una storia vecchia: 18.3.2013, «Gioventura Piemontèisa per il rispetto dei simboli storici del Piemonte a Torino»

Il Monviso – Pinareul
Il Piemonte “censurato” da Palazzo Madama; i soldi sono stati trovati soltanto per rendere piazza Castello e la via Nuova (via Roma) un tripudio di tricolori. Per tacere delle “luci d’artista”…

L’interrogazione presentata dai consiglieri Ricca e Carbonero e La sconcertante e cavillosa risposta del Sindaco, che mette nero su bianco quali sono le bandiere che lui “preferisce” (foto ingrandibili). Comunque basterebbe togliere una settimana di stipendio all’ufficio stampa del Sindaco (€ 15.000 al mese) e il problema sarebbe risolto.

 

 

 

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«Për fé fòra un pòpol, a s’ancamin-a co’l gaveje la memòria. As dëstruvo ij sò lìber, soa coltura, soa stòria... ».

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