Meno di una settimana fa abbiamo segnalato su Facebook la concretizzazione di quanto ci aspettavamo da un po’ di tempo: la prima proposta di abolire le Regioni. Una strada aperta da anni di campagne stampa volte a presentarle come inutili, costose e sprecone.
Hanno cominciato a uscire allo scoperto mandando avanti la “Società Geografica Italiana” con un ponderoso “studio” per suddividere questo traballante Stato-barzelletta in “dipartimenti” (sic!).
L’obiettivo è chiaro e per nulla nuovo: cancellare le identità storiche.
Come? Mediante una strategia già ampiamente sperimentata in Francia e Italia: dividendo i territori storici (le nazioni) e accorpando fra loro territori dalle identità differenti per portarli a gravitare intorno ad altre realtà, snaturandone storia, memoria e caratteristiche antropologiche.
Il Piemonte in 151 anni è già stato pelato come un carciofo (Nizza e Savoia, Lomellina, Oltrepò, Alta Langa, Briga e Tenda, Valle d’Aosta) e le sue attuali aree periferiche sono sempre “sotto osservazione”, sempre presentate strumentalmente come “meno piemontesi” (cosa che manda in sollucchero tutti coloro che hanno perso la loro identità e sono alla disperata ricerca di un’alternativa virtuale).
Ecco qua la cartina di cosa sostituirebbe l’attuale Regione Piemonte: tre dipartimenti di stampo francese giacobino. Dividere per sottomettere e controllare. Dopo la propedeutica traduzione della toponomastica e il divieto alla lingua ci dobbiamo aspettare per legge anche l’abolizione del Piemonte? Siamo ansiosi di vedere le reazioni delle nostre istituzioni. La nostra, se i Piemontesi ci daranno forza e legittimazione, sarebbe tale da entrare nella storia.
16.8.2013