“Chi pecora si fa il lupo se la mangia”, verrebbe da dire. Potrebbe essere questa l’interpretazione da dare alla richiesta del governo italiano alla Regione Piemonte di rendere 865 milioni di euro per la sanità (anni 2006/2007) e alla relativa risposta della Regione. Come si dice: chiedere non è peccato, e il governo italiano ci ha provato. Bisogna prenderne dove ce n’è, soprattutto di questi tempi.
Tuttavia, se si considera che il Piemonte, da sempre, versa allo stato italiano molto di più di quanto non riceva, che recentemente alle solite regioni del “sud” sono stati ulteriormente regalati due miliardi (per non parlare degli altri regolarmente e generosamente concessi), suona come una presa in giro e come un’offesa. D’altronde, il Piemonte non si è mai fatto valere e quindi, devono aver pensato a Roma, tanto vale approfittarsene. Infatti, a dimostrazione di ciò, anche questa volta la risposta della Regione, nella persona del presidente Cota, è debole, anzi, debolissima, anzi, autolesionista: chiediamo scusa, ma vorremmo il permesso di “spalmare il disavanzo almeno su due anni”. Che è come dire, accettiamo l’assurda richiesta capitolina, ma non facciamoci fregare in una volta sola. Cioè, “non vi chiediamo soldi” (e no, ci mancherebbe, sarebbe uno scatto di dignità insopportabile…), concedeteci per favore soltanto ancora qualche elemosina, un pochino, tanto per non far troppo brutta figura e tirare a campare… Cioè: continuate pure a decidere sulle nostre risorse e sulle nostre vite, ma non fatelo sapere troppo…
Vergognosa la nota ufficiale di piazza Castello, dove si sottolinea che “la soluzione prospettata non richiede alcun aiuto economico al Governo nazionale”. Ora, a parte l’aspetto semantico (nell’esistenza della “nazione” italiana ci credono ormai soltanto più certi politici), sarebbe non solo nostro diritto, ma preciso dovere del presidente della Regione e di tutti parlamentari e i ministri piemontesi, pretendere aiuti economici dal governo italiano: altrimenti, che ci stanno a fare? Il Piemonte è da 150 anni che si svena per questo stato di cartapesta e ha la necessità assoluta, nonché il diritto, di gestire le proprie risorse: non soltanto bisogna spendere di più per la sanità pubblica, ma il Piemonte dovrebbe uscire dall’inefficiente e inutile “servizio sanitario nazionale” (bum, bum, bum!…), tenendosi la quota parte delle tasse (cioè, i nostri soldi, che non ci regala nessuno e che la nostra Comunità ha il sacrosanto diritto di controllare e di trattenere). Non si può? Non è legale? Non è previsto dalla costituzione ppiùbbella-del-mondo? E chissenefrega? Si deve, a costo di andare in galera (e vorremmo proprio vedere con che coraggio gli italiani, sempre pronti a fare gli smargiassi con gli indifesi) arresterebbero il presidente della Regione.
Ma… ci andrebbe una Regione (e il suo Presidente). Sorry…
18.6.2013