TURIN (Torino) – A due settimane dal “colpo di mano” – l’inizio improvviso della demolizione della ex-Diatto – questa mattina, martedì 19 giugno 2013, si è svolta in Comune l’audizione (diritto di tribuna) del Comitato “SniaRischiosa” – che ha raccolto oltre 500 firme contro l’abbattimento della storica fabbrica di Borgo San Paolo.
Se fossimo in Svizzera sarebbe stato indetto un referendum cittadino prima dell’inizio dei lavori; stando (per ora) ancora in Italia, l’inutile incontro si è svolto dopo le prime demolizioni e comunque si è risolto in un monologo dei rappresentanti del Comitato.
Il presidente del Consiglio comunale si è limitato infatti ad ascoltare e a ribadire quanto già detto dall’assessore Passoni lo scorso 5 giugno, vale a dire che l’area “è privata” (ma il Comune è il secondo azionista del Fondo Città di Torino che ne è proprietario…) e che le “regole” vanno rispettate (evidentemente ciò vale soltanto per i cittadini).
Quindi, pippa!: nessuno disturbi il manovratore, tanto – ci spiega – è già tutto deciso: la giunta comunale va avanti per la sua strada, senza se e senza ma, verso il sol dell’avvenire – diciamo noi – dei comunisti senza rivoluzione prontamente riconvertitisi a fungere da cinghia di trasmissione tra i cittadini-sudditi e i padroni del vapore (banche e grande azienda), magari con la scusa del “bene comune” e della varie e sempre nuove “valorizzazioni” e “riconversioni”.
Niente da eccepire alla riduzione del vincolo in base a una falsa perizia (la cisterna dell’acqua, simbolo della zona – e quindi la prima ad essere stata schiacciata dalle ruspe – risalirebbe soltanto al 1946: peccato che sia stata presentata una fotografia dei bombardamenti del ‘42 con la cisterna in primo piano…).
Niente da obiettare alla semidistruzione dei reperti dell’acquedotto romano di via Botero, con il consueto silenzio assenso della soprintendenza italiana – ed è scandaloso che nel 2013 la tutela dei beni culturali piemontesi non spetti ancora alla Regione.
Tutto normale che, a fronte di migliaia di alloggi sfitti, si continuino a costruire palazzine e che, con un piccolo commercio moribondo, si apra l’ennesimo ipermercato.
Il Comune di Torino, colonizzato dalla casta degli inamovibili funzionari di partito e “governato” da mandarini che hanno evidentemente perso qualsiasi contatto con la realtà (davvero, pare di trovarsi di fronte all’apparatčik del PCUS nella vecchia Unione Sovietica) è chiaramente il più grande ostacolo allo sviluppo e alla crescita della città, che si vede soffocata da un Ente che, per cercare di ripagare gli oltre sei miliardi di debiti che ha generato, non esita a svendere tutto ciò che può e a distruggere l’identità e la memoria di Torino.
Altro che “diritto di tribuna”! Questa boriosa gentaglia, inutile, corrotta e vanagloriosa, va mandata via (e non soltanto gli eletti) e, un domani, gli si dovrà chiedere conto della politica criminale portata avanti in questi anni.
A cominciare dalla distruzione dei nostri monumenti e della nostra memoria.
Vale la pena di passare una mezz’ora ad ascoltare le ragioni del Comitato SniaRischiosa (che condividiamo), anche per capire come funziona il “giro” che comanda Torino; talvolta inquietante: si pensi che già tre anni prima c’è qualcuno che sapeva che un’area vincolata sarebbe addirittura diventata edificabile…
19.6.2013: Diritto di tribuna in Consiglio Comunale a Torino
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