Na litra duverta 'd Sergio Notario al SEL ëd Turin rësguard la votassion dl'O.d.D. a Turin

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All’attenzione del Capo Gruppo SEL, Michele Curto

Caro Michele,
io sono iscritto a SEL da quando è nato e ci ho creduto e vorrei continuare a crederci. Uno dei voti che hai avuto per entrare nel Consiglio Comunale è mio. E ti ho votato perchè ho creduto in te, nelle tue capacità, nella tua apertura mentale (ho dato per scontata l’onestà, anche se al giorno d’oggi è diventata una rarità). Vorrei poter mantenere intatte queste valutazioni.
Ti scrivo questo perchè sono rimasto molto deluso dalla ► posizione negativa da te presa, con il tuo compagno di partito, Marco Grimaldi nei riguardi della votazione avvenuta nella riunione dell’8/4/2013, relativamente alla richiesta presentata dal consigliere Bertola riguardante l’invito al Governo e al Parlamento a inserire il Piemontese fra le lingue minoritarie tutelate ai sensi della legge 482/1999.
Io lo so che fra i grandi problemi che ci sono da risolvere questo può apparire una cosa marginale e magari anche una richiesta politicamente connotata in senso negativo.
Ti assicuro che non vale né l’una né l’altra valutazione.
Il comitato che sostiene questa richiesta ► “PIEMONT482” (il riferimento del nome, come certamente tu sai, è alla ► legge 482 del 15/12/1999 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”, la quale, per quanto riguarda il Piemonte prevede il “franco-provenzale” e l'”occitano” e non il “piemontese”), è costituito da una eterogeneità di posizioni da tutti i punti di vista, compreso quello politico (no per creare, parola che va molto di moda, un grande inciucio), ma perchè l’attenzione è posta in un versante che accomuna tutti coloro che hanno a cuore questo problema, e cioè la salvaguardia di una CULTURA.
Fra i punti programmatici di SEL la CULTURA sta fra le cose prioritarie. Il riconoscimento della “lingua piemontese” come lingua minoritaria da tutelare, significa la tutela di una fetta di cultura linguistica e letteraria estremamente importante: significa salvare delle radici che affondano nella notte dei tempi (il primo testo scritto in questa lingua è un manoscritto reperibile presso la BIBLIOTECA NAZIONALE di Torino che risale al sec. XII°: ► I SERMONI SUBALPINI) e che risale nei secoli, sempre più abbondante e con nomi conosciuti anche all’estero, fino ad arrivare ai nostri giorni.
Questa richiesta è fatta da gente che ritiene che la stessa debba essere sostenuta per tutte le lingue minoritarie (non vogliamo solo coltivare il nostro orticello), ovunque esistano, in tutto il mondo. Ricordiamoci che ne scompaiono, rapidamente, una quantità impressionante, impoverendo la cultura mondiale. E questo lasciar andare è un grosso delitto culturale.
Io faccio parte del Centro Studi Piemontesi (Ca dë Studi Piemontèis), di via O. Revel 15 e sono fiero di fare una attività che cerca, fra mille difficoltà, di mantenere viva questa lingua e questa cultura (lingua che, tra l’altro, da ricerche recenti risulta essere parlata da► più di 2milioni di persone e letta ancora da un altrettanto consistente fetta di popolazione).
E ti dirò di più, riferendomi alle idee che noi di SEL andiamo testimoniando, che io, nel mio piccolo, con questo mio comportamento e questa mia attività, ritengo di dare un apporto sostanziale nel diffonderle e nel difenderle.
Non voglio dilungarmi oltre. Ti dico solo che, credimi, questa battaglia è una battaglia sacrosanta, come quella dell’accoglimento dei profughi venuti da noi, i quali, a loro volta, hanno il, sacrosanto diritto di salvare le loro radici, cioè la loro cultura.
Spero farete un attento esame del problema. Io, se lo riterrete utile, sono disposto ad un incontro per illustrarvi meglio quanto ho cercato di dirvi qui, in poche parole.
Buon lavoro.
 
Sergio Notario

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