Al Direttore de La Stampa Dott. Mario Calabresi
Alla dott.ssa Maria Teresa Martinengo
Torino, 16 Marzo 2013
Con riferimento al pregevole articolo di Maria Teresa Martinengo di venerdì 15 marzo «Il Papa che parla in piemontese, Cerea, caro cardinale Poletto», il Movimento Gioventura Piemontèisa tiene a precisare che, a differenza di quanto indicato nel sottotitolo (ma non nell’articolo), il Piemontese non è affato un «dialetto», ma una lingua a sé stante, autonoma tanto dall’italiano quanto dal francese.
Questa verità scientifica è riconosciuta dai linguisti di tutto il mondo; basti citare il grande prof. Helmut Lüdtke dell’Università di Kiel, che ebbe ad affermare: «il Piemonte, insieme con una frangia occidentale del ligure, forma un’area compatta con la Francia e la penisola iberica. (…) Il Piemontese, più che nessun’altra lingua regionale d’Italia, presenta delle innovazioni che lo staccano dal resto della compagine italiana e, nel contempo, lo saldano al blocco occidentale».
Ricordiamo che la nostra lingua possiede una variante comune compresa in tutto il Piemonte e una norma grafica che risale al Seicento. La sua prima grammatica è del 1783, mentre i primi documenti in Piemontese a noi pervenuti risalgono al XII secolo, dunque più antichi di quelli italiani.
Appunto per rispetto alla norma grafica comune ci rammarichiamo che alcuni versi della lirica “Rassa Nostran-a” di Nino Costa siano stati pubblicati in una grafia orecchiata e approssimativa [nell’edizione cartacea del quotidiano, ndr].
Pertanto cogliamo l’occasione per ricordare che da quindici anni «Gioventura Piemontèisa» ha attivato uno sportello linguistico per correzioni e traduzioni di testi in lingua piemontese e nelle sue varietà locali.
Certi della Vostra buona fede, saremmo lieti di leggere al più presto una vostra errata corrige e, in futuro, di potere prestare il nostro servizio alla Redazione qualora ritenesse di pubblicare titoli, testi e citazioni in piemontese corretto.
Cordialmente.
Per la Direzione Nazionale di Gioventura Piemontèisa (seguono quattordici firme)