Chinghiali radioattivi in Valsesia: tracce di Cesio 137 oltre la soglia. Il ministro della Salute attiva i Nas
Tracce di Cesio 137 oltre la soglia prevista dal regolamenti tollerabile in caso di incidenti nucleari nei cinghiali piemontese. La sostanza è stato trovata in seguito a controlli nella lingua e nel diaframma di cinghiali del comprensorio alpino della Valsesia. Il Cesio 137 è un isotopo radioattivo rilasciato tra l’altro nel 1986 dalla centrale di Chernobyl. Lo comunica una nota del ministero della Salute. Nel vercellese, a Trino, sorge la Centrale nucleare Enrico Fermi. Che concluse il suo ultime ciclo di combustibile il 21 marzo 1987.
Sono stati analizzati campioni di capi abbattuti durante la stagione venatoria 2012/2013. Su 27 campioni il livello di cesio 137 è risultato superiore allo soglia indicata dal Regolamento 733 del 2008, come limite tollerabile in caso di incidente nucleare. “Ora – aggiunge Grasselli – si devono analizzare gli esemplari, la loro età e morfologia, capirne la dieta e se, ad esempio, sono migrati da altre zone”. Il Cesio 137 è un isotopo radioattivo rilasciato tra l’altro nel 1986 dalla centrale di Chernobyl.
L’esperto: “Un campanello d’allarme”. “I cinghiali sono degli animali sentinella delle condizioni di inquinamento dei territori in cui vivono, perché ci forniscono delle informazioni precise grazie ad un certo modo si sfruttare l’ambiente. Quindi, senza fare ipotesi azzardate su gli esemplari positivi al cesio 137, come quella di un retaggio di Chernobyl, una contaminazione degli animali deve richiedere approfondimenti e analisi del contesto ambientale, metereologico e idrogeologico in cui vivono”. Ad affermarlo all’Adnkronos Salute è Aldo Grasselli segretario nazionale del Sindacato italiano veterinari medicina pubblica (Sivemp), in merito alle tracce di Cesio 137, oltre la soglia, riscontrate nella lingua e nel diaframma di cinghiali del comprensorio alpino della Valsesia.
I controlli del Ministero. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, in contatto con le autorità sanitarie e la presidenza della Regione Piemonte, ha immediatamente attivato il Comando dei Carabinieri del Nas e del Noe (Nucleo operativo ecologico), nel cui Reparto operativo è inserita una Sezione inquinamento da Sostanze radioattive orientata al contrasto di traffici illeciti di rifiuti e materiali radioattivi e dotata di complessi laboratori mobili di rilevamento, che insieme alla Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione dello stesso ministero coordineranno tutti gli accertamenti. La prima riunione urgente di coordinamento è prevista per l’8 marzo.
Il test sui campioni. I campioni erano stati prelevati per essere sottoposti a una indagine sulla trichinellosi, una malattia parassitaria che colpisce prevalentemente suini e cinghiali. Successivamente gli stessi campioni sono stati sottoposti a un test di screening per la ricerca del radionuclide Cesio 137, con l’intento di mettere a punto la metodica stessa, coerentemente con quanto espresso dalla raccomandazione della Commissione europea del 14 Aprile 2003 (2003/274/CE). I risultati hanno evidenziato la presenza di un numero consistente di campioni con livelli di Cesio 137 superiori a 600 Bq/Kg (Becquerel per Kilo, unità di misura per il cesio 137).
I valori dei campioni oscillano in un range tra 0 e 5621 Bq/Kg e 27 campioni presentano valori al di sopra dei 600 Bq/kg. A oggi dei 27 con valore superiore alla soglia ne sono stati inviati 10 al Centro di referenza nazionale per la ricerca della radioattività nel Settore zootecnico veterinario dell’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata; nove sono stati confermati, con la metodica accreditata, con valori superiori ai 600 Bq/Kg. Il decimo campione ha un valore attorno ai 500 Bq/Kg. E’ programmato l’invio dei 17 rimanenti campioni positivi allo screening al Centro di referenza nazionale di Foggia.
La replica di Coldiretti. Occorre estendere immediatamente le analisi ad altri animali selvatici e fare al più presto chiarezza sulle fonti di contaminazioni in un Paese come l’Italia che ha fatto la scelta di non avvalersi del nucleare a differenza di quanto accade nei Paesi confinanti. E’ quanto afferma la Coldiretti, in riferimento alle tracce di cesio 137 nella lingua e nel diaframma di 27 cinghiali del comprensorio alpino della Valsesia, in provincia di Vercelli, nel sottolineare che il disastro nucleare di Fukushima in Giappone ha aumentato al sensibilità a livello nazionale dove per un italiano su quattro (24 per cento) la contaminazione dell’ambiente è il pericolo più temuto che batte addirittura gli effetti della crisi economica (20 per cento), le paure per la salute che derivano dal consumo dei cibi (17 per cento), il rischio di un incidente automobilistico (11 per cento), la criminalità e la malattia entrambe fonte di preoccupazione per il 10 per cento della popolazione, secondo una elaborazione della Coldiretti, sulla base dei dati Eurobarometro.